Referendum e politici: se a mancare è l’eumanasia

lodi referendum amato

di Massimo Lodi

Opportuno e doveroso consentire d’esprimerci sulla legislazione, quando Camera e Senato non ne sono capaci. Ma lo strumento referendario va usato con perizia: se i quesiti denunziano difetti, altri vi fanno seguito. E il modus vivendi nella Repubblica esce peggiorato da un tentativo di miglioramento.

La Corte costituzionale fa (bene) il suo mestiere. Non è cercare il pelo nell’uovo, ma trattare la forma come sostanza: le pecche della prima nuocciono alla seconda. L’ha spiegato nell’inusuale conferenza stampa il presidente Amato, con puntuta loquela. Non un azzeccagarbugli e invece uno statista (non a caso figurava tra i candidati al Quirinale), capace di visione d’insieme sui problemi cruciali della vita comunitaria. Tutto si tiene, in un contesto democratico funzionante; quindi un niente può essere il granello che ne inceppa il meccanismo, e va apprezzata l’allerta giuridico-politica.

lodi referendum amato
Massimo Lodi

Poi, entrando in qualche dettaglio. Appare evidente/amaro che: 1) vengono esclusi dalla disamina popolare i temi maggiormente sentiti, come regolamentazione dell’eutanasia, uso terapeutico della cannabis, responsabilità civile dei magistrati. Di conseguenza crescerà la distanza tra Palazzo e Paese; 2) un tale effetto potrebbe indurre gl’italiani a desistere dal recarsi alle urne sugli altri temi ammessi dalla Consulta, che necessitano del quorum partecipativo, pena l’annullamento; 3) se ciò avvenisse, saremmo all’ennesimo fallimento referendario, il ventiseiesimo dal ’97 in poi, un record dell’inettitudine a cambiare; 4) arriva purtroppo in un momento critico la sferzante chiamata al Parlamento per darsi una mossa a varare leggi finora ignorate in toto o discusse solo in parte. Si è al massimo della divisione tra partiti, nonostante il minimo comun denominatore che molti di essi han trovato a sostegno dell’esecutivo Draghi; 5) aggiungendo a questo la mina delle elezioni amministrative di primavera, con l’inevitabile coté di propagandismo, si capisce quale balcanizzazione impronterà d’ora in avanti Montecitorio e Palazzo Madama. E quale sarà la ricaduta dell’onda litigiosa sul governo, impegnato nel riformismo-monstre imposto dal Pnrr; 6 e fine) anche l’attuale vicenda è marchiata dal molto rumore per nulla. Ovvero l’abituale sottofondo shakespeariano d’una Repubblica pretenziosa nel darsi via via l’attribuzione di Prima, Seconda, Terza; ma gattopardesca nel rimanere all’anno zero del cambiamento richiesto da una società più avanti delle sue istituzioni. E pensare che, accogliendo l’invito di Amato a usar le parole giuste, basterebbe inventarne una: eumanasia. La dolce empatia tra elettori ed eletti.

lodi referendum amato – MALPENSA24