Regionali, Astuti e Licata rispondono all’invito di Acli Varese. Brianza diserta

In primo piano Carmela Tascone, presidente provinciale Acli Varese

VARESE – Quattro temi sul tavolo e due candidati a confronto. In vista delle elezioni regionali Acli Varese ha invitato per un dibattito al De Filippi, questa mattina, venerdì 27 gennaio, gli esponenti delle tre principali coalizioni in corsa: erano stati annunciati Samuele Astuti per il centrosinistra, Francesca Brianza per il centrodestra e Giuseppe Licata per il terzo polo. Ma Brianza ha disertato all’ultimo.

Confronto a due

«Abbiamo voluto questo momento di confronto in vista del voto – ha esordito Carmela Tascone, presidente provinciale Acli Varese – ringraziamo i nostri ospiti Astuti e Licata. Avevamo invitato anche Brianza, che ieri sera mi ha fatto mandare una comunicazione da una segretaria dicendo che aveva un impegno imprevisto e non poteva partecipare». Un cambio dell’ultim’ora per il quale non è mancata l’amarezza da parte di Acli. «Per la verità è già la seconda volta, era successo anche l’anno scorso per la riforma sanitaria». Tascone ha quindi introdotto i quattro temi dell’incontro, moderato da Roberto Morandi di VareseNews. Sanità, lavoro e formazione professionale, terzo settore e trasporto pubblico gli argomenti sul tavolo.

Il tema caldo della sanità

Tema centrale quello della sanità, a partire dalla riforma regionale. «Noi non siamo quelli del “tutto va male”. Il principio della riforma è corretto, forse non è stata messa in pratica bene con una scarsa visione di insieme», ha commentato Giuseppe Licata, capolista di Azione-Italia Viva. «In questo momento manca un ruolo di controllo da parte delle Ats e c’è un rapporto pubblico-privato che non è sano. Penso che serva una fase di rottura dopo 30 anni che questa forza politica governa la Regione. Non va stravolto nulla, ma bisogna meglio declinare la riforma». Molto più critico Samuele Astuti, capolista del Pd, che si è occupato a lungo proprio di sanità nei suoi cinque anni da consigliere regionale. «Sono troppe le cose che non vanno nella sanità lombarda. È il sistema nel suo complesso che non funziona. Un lombardo su 9 non può accedere alle cure perché le liste di attesa sono troppo lunghe e l’alternativa cioè il privato è troppo cara. È un dato terrificante. La confusione che c’è tra Ats e Asst è frutto della riforma che porta la firma di Letizia Moratti, che l’ha gestita per 11 mesi. La legge va rivista in maniera profonda e serve un sistema sanitario che vada oltre l’ospedale».

Terzo settore e coprogettazione

Quindi il terzo settore. «Con la riforma del terzo settore – ha detto Licata – l’ente del terzo settore diventa paritario dell’ente pubblico, svolge attività a sostegno delle città e così va considerato. Va coinvolto nella coprogettazione delle attività che vanno svolte sul territorio, analizzando le esigenze anche nuove della società che sta cambiando in questi anni». Per Samuele Astuti «la Regione cita il terzo settore nei comunicati ma poi lo coinvolge poco nella coprogettazione per costruire i servizi».