Senza ristori, il governo sta uccidendo il cinema italiano

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Il decreto ristori sembra scritto da persone incompetenti che ignorano la realtà delle varie categorie del mondo del lavoro. Mi limito alla mia categoria professionale, quella artistica che il decreto riduce a una accozzaglia di controsensi lasciando professionisti e tecnici nella bratta totale e aiutando in modo semplicistico solo alcune categorie.

L’esempio più lampante è nel dare un contributo del 200% di quanto già avuto in estate alla sola categoria dei distributori cinematografici lasciando fuori da ogni beneficio ad esempio che produce. Il distributore giustamente senza cinema ha un danno enorme, ma gli resta la tv sia free che on demand per fatturare. Nei giorni di lockdown molti italiani stanno comprando film sia su Prime che su Netflix, ma Conte ha dimenticato totalmente chi i film li produce e così anche chi produce trasmissioni tv.

Le ditte di produzione cine televisive hanno avuto perdite da marzo pari al 500% del fatturato annuo! Non si possono aprire set per gli obblighi sulle distanze, un attore non può recitare vicino a un altro attore e i truccatori non possono truccare, così come gli operatori video non possono riprendere senza l’assistente al fianco. Risultato? Non si fanno produzioni e quelle poche che sono state aperte hanno chiuso di colpo per quarantene e problemi sulle distanze. Eppure per il decreto ristori la categoria col codice ateco 591100 non necessita di alcun aiuto.

Stiamo uccidendo il cinema italiano, stiamo distruggendo chi fa cinema e spesso di tasca propria rischia per dare spensieratezza al pubblico che mai come ora ne ha bisogno. Faccio un appello a tutti i politici affinché qualcuno faccia presente a Conte che è giusto aiutare chi distribuisce film, ma senza aiutare chi li produce il cinema sparirà.

Abbiamo un 85% di produttori indipendenti in Italia che fa film senza contributi pubblici e ora non può più farli. Non meritano un ristoro anche loro?

Luciano Silighini Garagnani

Presidente Alto Milanese e Saronno

Film Commission

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