“Rugareto, non sono i boschi dello spaccio”

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Egregio direttore,

per l’ennesima volta mi ritrovo un nome molto diffamatorio per descrivere i territori nel plis del Rugareto, cioè  BOSCHI DELLO SPACCIO. A me fa molto ribrezzo che un giornale debba scendere ad un livello così basso per attirare l’attenzione del lettore per prendere qualche click in più.

Visto che ci abito e frequento il mio amato bosco, sarebbe d’aiuto se anche voi non buttaste benzina sul fuoco ed iniziaste a chiamarlo con il suo nome: BOSCO DEL RUGARETO.

Oltretutto il tema principale è l’inseguimento dell’auto rubata, non capisco davvero il collegamento con lo spaccio di droga. Per non parlare l’immagine della siringa in primo piano usata come copertina. Almeno potevate prendere una foto di repertorio della polizia locale di Rescaldina.

La situazione spaccio è delicata e l’unico modo per contrastarla è quello di  promuovere il bosco e non demonizzarlo. Continuando a diffamarlo con il nome “Boschi dello spaccio” non fate altro che disincentivare le persone a frequentarlo e rendere vani gli sforzi che fanno i volontari (tra cui guardie ecologiche), enti parco e i comuni per ridargli una dignità.

Alex Carsetti

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Comprendiamo il suo intento, ma cancellare la definizione giornalistica di “boschi dello spaccio” non servirà a scacciare gli spacciatori. Il problema, gentile Carsetti, va ben al di là di un nome e di una fotografia che le provoca fastidio, fino al punto da considerarci dei diffamatori anche di fronte alla realtà dei fatti. (Vin.Co.)

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