Salario minimo? Bonomi a Varese: «Non sono gli imprenditori a pagare poco»

Il presidente Carlo Bonomi intervistato da Rachele Grassini

VARESE – Il salario minimo e i 9 euro lordi l’ora, ma anche i 25 mila giovani della provincia di Varese che non studiano e non hanno nemmeno un posto di lavoro. Sono questi alcuni dei temi affrontati dal presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi, ospite oggi – martedì 4 luglio – all’Assemblea generale degli imprenditori varesini al palaghiaccio della Città Giardino (qui sotto il video).

Salario minimo

Il presidente nazionale degli industriali è stato intervistato da Rachele Grassini, presidente di Politics hub. La giovane intervistatrice mica l’ha presa larga: «Salario minimo, battaglia giusta oppure no?», ha chiesto. E Bonomi non si è sottratto: «In queste settimane si parla tantissimo di salario minimo e di retribuzione minima all’ora. Ecco, non è un tema di Confindustria, perché i nostri contratti nazionali sono tutti superiori a questa soglia. Poi aggiungo: in Italia si paga e si guadagna poco? Rispondo di sì e aggiungo che ci sono gli strumenti per incrociare i dati a disposizione e vedere chi paga poco e quali sono i settori. Ecco, non è l’industria italiana».

Ritardi atavici del sistema Paese

Dall’area Cargo di Malpensa penalizzata alle opere pubbliche. Bonomi ha anche approfondito il tema infrastrutture puntando ancora una volta l’indice sugli atavici ritardi di realizzazioni delle opere, ma soprattutto sulla necessità dell’Italia di avere e attuare riforme: «Non riusciamo a rispettare tempi stringenti del Pnrr perché abbiamo un sistema di burocrazia lungo, complicato e che frena la realizzazione delle infrastrutture. Ma nel Pnrr ci sono gli strumenti, che sono le riforme, che aspettiamo da 35 anni. Riforme mai fatte e necessarie per avere un Paese moderno, sostenibile, efficiente. Non è una rotonda o una pista ciclabile in più a creare sviluppo economico».

Giovani Neet

Altro tema i giovani, in particolare i Neet, ma anche quelli che non trovano impiego in Italia e il problema dell riforma universitaria: «Non è possibile che negli ultimi anni abbiamo cambiato 12 ministri dell’Università con altrettante riforme, nessuna delle quali portata a termine». E poi: «Sul Pnrr abbiamo una responsabilità importante, poiché l’ultima rata la pagherà un ragazzo che oggi non è ancora nato e che “salderà il conto” quando avrà 18 anni».

L’Europa che non c’è

Infine l’Europa. Per Bonomi occorre «più cultura europea. L’Europa dovrebbe fare l’Europa – ha detto – come accaduto durante la pandemia. Invece, dopo il Covid ognuno a ripreso ad andare per la sua strada. Eppure, un’Europa c’è già ed è quella degli imprenditori, concorrenti sul mercato, ma che hanno ben compreso che da soli non si vince la titanica sfida lanciata dalla Cina».

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