Lega divisa in consiglio a Samarate. Verga: «Segnale lanciato per cambiare passo»

SAMARATE – La maggioranza traballa a Samarate. Due consiglieri della Lega, Maurizio Brambilla e Claudio Verga, si sono astenuti sulla variazione al Piano opere pubbliche – che prevedeva lo spostamento dell’ampliamento del cimitero al 2022 e l’anticipo delle asfaltature al 2021 – discusso in consiglio comunale lo scorso 25 ottobre. La domanda è: perché? Dalla minoranza c’è chi insinua si tratti di una sorta di malumore tra le fila del primo partito in città. Forse per mancanza di dialogo tra i suoi militanti. Ipotesi che il capogruppo del Carroccio, Leonardo Tarantino, prova di petto a ridimensionare. «Non per minimizzare – dice – ma non hanno nemmeno votato contro, hanno solo rimarcato una visione differente che non ha influito sul voto». Vero è che un messaggio è stato lanciato. E se per Brambilla, come ha detto in aula, la questione è legata a una delle opere pubbliche presentate, per Verga si è trattato proprio di un segnale alla giunta. Della serie: «Bisogna cambiare passo e ripartire con stimoli diversi».

«Coscienza ecologica» e «cambio passo»

Due le questioni. Una è la posizione di Brambilla, che ha colto l’occasione per ribadire la sua avversione nei confronti del progetto per il campo di San Macario. Un’opera da 600mila euro totali, presentata già a luglio, che prevede il rifacimento del manto in sintetico. «La mia esperienza politica trentennale, tocca anche la mia coscienza ecologica. E sui sintetici sono contrario a tutti gli effetti», ha detto in aula. «E poi la sua manutenzione non è più economica rispetto a quella di un campo normale».
L’altra astensione, quella di Verga, ha un riflesso più politico e amministrativo. «Il mio voleva solo essere un segnale, per cambiare marcia». Nel senso che «il tipo di atteggiamento che vedo ora poteva andare bene per il lockdown, quando si era bloccati in casa e ci si arrangiava come poteva». Ora è diverso: «Si deve riprendere a discutere tra noi, incontrarci e fare riunioni. E mandare avanti le idee, con un passo diverso». Una situazione che però vuole subito rendere trasparente: «Volevo mandare un messaggio, l’ho fatto. Ma questo non vuol dire che ci siano problemi fra di noi. Le mie intenzioni erano note. Inoltre sapevo che la mi astensione non avrebbe impedito al punto in discussione di essere approvato».

Parla il capogruppo

Sulla questione interviene anche Tarantino. Intanto ribadendo che «sapevamo avessero, entrambi, un loro punto di vista». Anche perché la delibera è passata, nonostante non fosse presente in aula l’esponente del Movimento Cinque Stelle, Fortunato Costantino. Un suo (probabile) voto contrario avrebbe di fatto pareggiato i conti tra favorevoli e non-favorevoli. Ma, dice il capogruppo della Lega, «anche in quel caso non avremmo avuto problemi: il numero dei contrari sarebbe stato, in ogni caso, minore. Che è ciò che conta». Ma aldilà dei tecnicismi sui dati, la questione politica: «C’erano contenuti che non li convincevano. Ci sta, fa parte del gioco. Ma un gruppo numeroso come la Lega può affrontare questi momenti».

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