Anarchici saronnesi a processo: presidio Telos davanti al tribunale di Busto

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SARONNO – Prima udienza questa mattina, lunedì 17 febbraio, per il processo che vede sul banco degli imputati 17 anarchici di Saronno accusati, a vario titolo, di violenza, minaccia e furto d’acqua. I fatti contestati risalgono al novembre 2013. Esattamente un anno prima gli antagonisti avevano occupato abusivamente uno stabile di via Monza a Saronno. Dodici mesi dopo Saronno Servizi tagliò la fornitura idrica allo stabile nel tentativo di far cessare l’occupazione.

Ascoltato il comandante della polizia locale

Ne nacquero tensioni sfociate in uno scontro in municipio tra polizia locale e autonomi. Oggi è stato ascoltato il comandante della polizia locale Giuseppe Sala che ha ricostruito quegli episodi in particolare sul lancio di una bomba carta e sulle presunte azioni degli anarchici per bloccare gli addetti Saronno Servizi intervenuti per tagliare la fornitura idrica. E oggi alcuni rappresentanti dei TeLOS si sono riuniti in presidio davanti al tribunale di Busto Arsizio in segno di solidarietà agli imputati con conseguente corposo dispiegamento di forze di polizia. Ecco il testo del volantino distribuito durante la manifestazione.

Nell’ormai lontano 2013 la giunta marcata Partito Democratico di Saronno, guidata dal sindaco Luciano Porro, fece staccare, per mano della società “Saronno Servizi”, l’acqua alla casa occupata di via Don Monza a Saronno.
L’episodio destò molto scalpore; proprio mentre si discuteva dell’acqua come bene comune (era periodo del referendum sull’acqua) essa veniva staccata da un abitazione con l’intento di provocare un abbandono dello stabile da parte degli occupanti: sperando quindi in un auto-sgombero senza l’uso esplicito della forza.
Ne seguirono giornate cariche di tensione che culminarono con un episodio di aggressione da parte della Polizia Locale ai danni degli occupanti e di un gruppo di solidali che si era presentato in comune per un volantinaggio informativo proprio a proposito del taglio dell’acqua.
In questa vicenda si esplicitarono il volto repressivo e violento della Polizia Locale di Saronno e il ruolo di Saronno Servizi come società in mano agli interessi politici della giunta.

A distanza di sette anni continuano a essere due dei protagonisti del cambiamento della Saronno in cui viviamo: la Polizia Locale è oggi ampliata di numero e più armata (pepper spray, droni, nuovo impianto di videosorveglianza, nuove automobili), ha una presenza sempre maggiore sul territorio rendendosi responsabile di fastidiosi controlli di matrice razzista e classista, di elevatissime multe ai venditori ambulanti al mercato, di controlli a tappeto sugli studenti in cerca di sostanze e molto altro in linea con le politiche della giunta.
Saronno Servizi, la società del Comune di Saronno (che ne detiene il 98%) che può muoversi da privato alla ricerca di guadagni e gestendo le riscossioni per conto del Comune (tassa rifiuti, parcheggi a pagamento, gestione delle pubbliche affissioni, attività di recupero dei crediti riferiti a sanzioni amministrative etc) è l’esecutore materiale delle politiche di ridefinizione urbana sul territorio saronnese e che stanno portando a una costante ma ben celata privatizzazione dello spazio pubblico(esempio lampante è quello di piazza dei mercanti).
Polizia Locale e Saronno Servizi, due protagonisti diretti dall’amministrazione per proseguire nella strategia con cui stanno devastando il tessuto sociale di Saronno.
Polizia Locale e Saronno Servizi sono le facce del Comune che per primi si incontrano in caso di difficoltà ad arrivare alla fine del mese (a loro aggiungiamo anche la Sessa srl), o in caso di comportamenti non a norma secondo i governanti della città.

Questo è il clima a Saronno, con le quotidiane uscite del sindaco Fagioli che – in piena campagna elettorale – non perde occasione per rimarcare la diversità di trattamento per i saronnesi e per i non saronnesi, quasi che ad una città di 40mila abitanti si potessero alzare le mura e scavarle attorno un fossato con tanto di tassa doganale.

Ciò che avvenne 7 anni fa in via Don Monza risulta quindi un precedente illuminante dello sviluppo avvenuto nella città, ma un precedente illuminante risulta essere anche il processo che da lì ne è scaturito: ricordiamo infatti il tentativo, strettamente legato a questo processo, di costruire un’ “associazione a delinquere” a carico di una decina di persone, e la costituzione di Saronno Servizi e Comune di Saronno come parte civile per lucrare anche su questo.
Un episodio di mera gestione poliziesca e repressiva con cui ancora una volta il potere tenterà di assolvere se stesso e dispensare condanne a chi ha provato a resistere all’arroganza della giunta e dei suoi scagnozzi.

In un’epoca di impoverimento generale lottare per guadagnare spazio di vita sottratta al profitto è una necessità.
Contro la repressione e guardando oltre, continuiamo a lottare.

Assemblea provinciale contro la repressione

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