Sciopero della mensa contro gli aumenti anche a Borsano. E il PD boccia la giunta

BUSTO ARSIZIO – La rivolta conto gli aumenti del buono pasto delle mense scolastiche si allarga: dopo lo sciopero della mensa alle scuole di via Comerio di Sant’Anna, anche il comitato genitori della primaria “Rossi” di Borsano ha deciso di mettere in atto la protesta. Così oggi, 19 aprile, 127 alunni sui 147 hanno disdetto il pasto in mensa e molti di loro sono stati accompagnati da un gruppo di genitori al parco Campone per un “pranzo al sacco”.

Sciopero anche a Borsano

«Questo è un atto dimostrativo, da mercoledì decideremo se continuare lo sciopero o meno» annunciano Enza Rubino, presidente del Comitato genitori delle scuole “Rossi”, e la tesoriera Monica Generoso, facendo riferimento alla riunione convocata dall’amministrazione comunale ai Molini Marzoli per chiarire la situazione. «Se non si troverà un accordo siamo disposti a continuare con la protesta». Del resto per i genitori di Borsano gli aumenti del costo del servizio sono «assurdi e senza senso» e l’amministrazione deve venire incontro a chi sciopera: «Se non fanno marcia indietro – sostiene Enza Rubino – rischiano poi di perderci economicamente, perché nel prossimo anno scolastico ci saranno genitori che chiederanno il permesso di uscita per i loro figli per farli mangiare a casa».

I conti

Lo sciopero alle “Rossi” di Borsano segue quello delle scuole di via Comerio a Sant’Anna, dove oggi, 19 aprile, sono stati quasi cento gli studenti che hanno disertato il pasto di mezzogiorno (e dove la protesta proseguirà sicuramente fino martedì). Le motivazioni della protesta sono le stesse: a partire dall’«aumento eccessivo delle rette della mensa a fronte di una qualità discutibile, quasi un euro a pasto in due anni, da 5.40 euro a 6.30, e senza scaglioni di reddito, se non sopra o sotto i 6mila euro di ISEE». Rialzo che per chi ha un figlio pesa per poco più 100 euro, ma per chi ha due figli si arriva addirittura a 800 euro all’anno solo di incremento. «Non vorremmo pagare le quote di chi non paga o quelle degli insegnanti – fa sapere Enza Rubino – ci risulta che il Comune nel 2023 abbia percepito 124mila euro a copertura delle spese del servizio mensa».

Istruzione, il PD boccia la giunta

Nel frattempo, dopo la mozione di Emanuele Fiore (gruppo misto) – già all’ordine del giorno del consiglio comunale di martedì prossimo, 23 aprile – sul caso interviene anche il PD di Busto con un comunicato in cui “boccia” le politiche dell’amministrazione di centrodestra sul fronte dell’istruzione. L’aumento «finirà per pesare maggiormente sui ceti medio-bassi, confermando una visione classista» attacca il segretrario del PD Paolo Pedotti. «Pare evidente che sul diritto allo studio questa giunta sia stata bocciata e che per assicurare davvero l’universalità del servizio sia tutto da rifare».

La nota del PD di Busto

Nel corso dell’ultimo anno siamo intervenuti a più riprese, in occasione della relazione sul bilancio e sull’aggiornamento del Documento unico di Programmazione, esprimendo forti perplessità in merito all’attuale gestione dei servizi per il Diritto alla Studio, così come impostata dalla Giunta di centro-destra.

In tale circostanza, il Partito Democratico è stato l’unico, tra le forze politiche consiliari, a esprimere voto contrario.

La consigliera Cinzia Berutti ha, infatti, più volte denunciato i tagli operati al servizio di trasporto scolastico, con particolare riferimento alle scuole Pascoli e Galilei. “Interi rioni della città, casualmente sempre in periferia, si sono visti sottrarre un servizio fondamentale per garantire a tutti i bambini l’accesso quotidiano alla propria scuola” – afferma la consigliera Berutti – “I minori infatti non possono prendere i pullman di linea se non accompagnati da adulti, garantire questo servizio è fondamentale” – e continua – “abbiamo inoltre letto più volte riferimenti alla realizzazione di un nuovo centro cottura per la fascia 3-6 anni, ma alla data attuale non abbiamo saputo più nulla”.

Anche in relazione alla recente protesta dei genitori sulle tariffe per l’accesso al servizio mensa scolastica il Pd è critico. “Ecco l’ennesimo esempio di un servizio mal gestito con ricadute sulle tasche dei cittadini. La non corretta programmazione del servizio mensa porta oggi a gravare sulle famiglie con ingenti rincari oltre che con la perdita di agevolazioni per chi ha più figli. Tutto questo in un momento in cui le famiglie sono già in grande difficoltà a causa dei rincari che toccano numerosi settori della vita” afferma la consigliera dem Valentina Verga, che insieme a Berutti, parteciperà alla riunione convocata il 23 aprile per ascoltare la relazione dell’assessore competente ai comitati genitori della città.

“Appare evidente che l’aumento delle tariffe finirà per pesare maggiormente sui ceti medio-bassi, confermando una visione classista che si sperava fosse ormai superata” – afferma il segretario cittadino e consigliere comunale Paolo Pedotti che continua – “anche sulle modalità non ci siamo, i comitati genitori andavano incontrati prima di deliberare il cambiamento delle tariffe e non dopo”. E conclude: “Pare evidente che sul diritto allo studio questa giunta sia stata bocciata e che per assicurare davvero l’universalità del servizio sia tutto da rifare”.

Il Partito Democratico, esprimendo solidarietà e vicinanza alla protesta dei genitori, sta seguendo con attenzione gli sviluppi e si riserva di presentare tramite il proprio gruppo una proposta risolutiva in consiglio laddove non saranno date dalla Giunta risposte utili a ripristinare l’universalità del servizio.

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