Sciopero mensa, a Sant’Anna i bambini pranzano al parco. «Il Comune ci ascolti»

BUSTO ARSIZIO – Sembra un picnic ai giardini ma è lo sciopero della mensa scolastica: mamme e papà con i bambini nel parco di via Comerio, di fianco alla scuola di Sant’Anna, per trascorrere le due ore dedicate al servizio mensa, per contestare gli aumenti che entreranno in vigore con il nuovo anno scolastico. «Il Comune finora è stato sordo – tuonano dal comitato genitori – ci ascolti e venga incontro alle famiglie. O si abbassa il costo del pasto o si lascia la libertà di portarsi il pranzo da casa».

Tutti al parco

«Martedì c’era un gran vento e faceva freddo – racconta una mamma del primo giorno di sciopero – avevamo chiesto una sala al parroco ma ci ha detto di no». Si sentono un po’ soli ma non intendono mollare. Anche ieri, mercoledì 17 aprile, sono stati 86 i bambini della scuola primaria di via Comerio che hanno dato la disdetta per il pasto di mezzogiorno. Parliamo di circa il 70% degli alunni. Alcuni genitori sono venuti a prendere i figli per portarli a casa e riportarli a scuola al pomeriggio, altri hanno firmato le deleghe ad un gruppo di mamme e papà che si sono incaricati di portare i bimbi al parco a mangiare dei panini. «Per la scuola risulta come assenza – rivela Sabina, vicepresidente del Comitato genitori – ma noi, se verranno confermati gli aumenti, chiediamo solo di poter avere una sala per permettere ai bambini di mangiare il pranzo portato da casa».

Libera schiscetta in libero Stato

La schiscetta libera è la soluzione più immediata. Perch i genitori contestano anche la qualità del servizio. «Lunedì hanno buttato via tutto il riso» raccontano. Un’altra mamma fa notare che in altri comuni vicini ci sono «mense scolastiche che costano 4 euro e 80. La mensa è un diritto ma non al prezzo di un pranzo da adulti. Ci vogliono far pagare 6 euro e 30 ma con 8 euro pranziamo al ristorante». E allora i genitori non ci stanno: «Il problema riguarda tutti, non solo Sant’Anna – racconta Umberto – noi paghiamo per il pasto e i nostri bambini spesso arrivano a casa che hanno fame. Poi però se sulla app del servizio siamo sotto di 1 centesimo con i pagamenti ci arrivano già le mail di minaccia per ricaricare il conto. Dovrebbe essere una libera scelta se usufruire del servizio o meno».

L’appello

E qui si torna alle rivendicazioni della protesta, che non riguarda solo i 50 centesimi di rincaro e la riduzione degli sconti sugli altri figli. E la protesta non si ferma: «Il Comune ci venga incontro, il servizio è oneroso per le famiglie e la qualità deve migliorare – sostiene Vittoria, la presidente del Comitato genitori – finché riusciamo ad andare avanti, con tutte le difficoltà del caso, non ci fermiamo. Non è una protesta facile, soprattutto per chi ha scelto per i propri figli il tempo pieno e quindi in molti casi ha esigenze lavorative che impediscono di poterli portare a casa a mezzogiorno, ma «è una protesta necessaria». Per tutta la settimana lo sciopero continua poi i genitori valuteranno le risposte del Comune nell’incontro convocato settimana prossima.

busto arsizio sciopero mensa – MALPENSA24