Sesto intitola una via al pilota Venanzi. Ma si è dimenticata di don Madonini

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SESTO CALENDE – Il Comune di Sesto Calende intitolerà una via a Pietro Venanzi, il pilota sestese morto nel 2015 nei cieli di Santhià durante una fase di collaudo del convertiplano Agusta, oggi Leonardo. Così ha deciso ieri sera, 26 novembre, il consiglio comunale. Proprio cinque anni fa, però, l’assemblea civica sestese decideva di dedicare una strada anche a don Luigi Madonini. Una intitolazione rimasta soltanto sulla carta.

Il ricordo di Venanzi

Fu una fine tanto triste quanto eroica quella di Pietro Venanzi ed Herb Moran, i due collaudatori di Agusta Westland morti il 30 ottobre 2015 a causa dell’esplosione in volo del prototipo di convertiplano durante una prova in volo nei cieli del Vercellese. Trasportarono infatti il velivolo lontano dal centro abitato di Santhià, durante un’ultima manovra disperata per evitare l’impatto con le case ed evitare così una strage. Morirono da eroi e ora la città vuole ricordare per sempre il pilota sestese dedicandogli una via. La proposta – votata all’unanimità – è stata portata in aula dal capogruppo di maggioranza Marco Colombo (Lega della Libertà): «Sesto Calende è sempre stata una terra di cielo e di volo. La nostra proposta arriva da una sollecitazione da parte di un gruppo di persone che vede il mondo dell’aeronautica appartenente alla comunità sestese, che a sua volta deve moltissimo all’aereonautica».

E don Madonini?

Dopo il voto in consiglio ora l’amministrazione sestese inoltrerà la richiesta al prefetto, a cui spetta la decisione finale. «Ci faremo portavoce della comunità sestese nel ricordo del comandante Venanzi», ha promesso Colombo. Chi ha conosciuto il pilota, e apprezzato le sue qualità umane oltre che le sue doti professionali, si augura naturalmente che il documento in suo ricordo approvato ieri sera non faccia la stessa fine della mozione votata nel 2015, quando l’aula decise di intitolare una via a don Luigi Madonini, prevosto per 34 anni ma soprattutto coraggioso sacerdote durante la Seconda Guerra Mondiale. «Don Luigi Madonini – si legge nei documenti agli atti – si trovò ad affrontare una scelta oltremodo difficile proprio per il ruolo che rivestiva, scelta che non venne mai meno fino all’ultimo giorno di guerra e di sangue che lo vide protagonista delle trattative di resa con la temibile colonna armata tedesca Stamm, evitando che la stessa attraversasse Sesto Calende, che benedisse il sangue dell’ultimo martire sestese fucilato a Dormelletto Sergio Ramelli, che lo vide sfilare in prima fila assieme ai rappresentanti del Cln locale il 25 aprile,  e soprattutto che lo vide portare gli ultimi conforti a tutte le inutili vittime della guerra dal suo scoppio alla sua cessazione». Il suo ricordo, cinque anni dopo il commosso tributo in sala consigliare, sembra finito nell’oblio.

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