Torre Colombo, Insieme per Sesto punta il dito contro il sindaco Buzzi

SESTO CALENDE – «Il sindaco aveva detto in consiglio di essere contrario alla politica degli interventi e delle deroghe su singole parti della città senza definire prima regole condivise in una visione d’insieme. Ora sta facendo il contrario. E prova a giustificarsi con una posizione ancora più grave». Non si placano le polemiche sulla riqualificazione dell’ex complesso della Q8, acquistato dall’azienda di famiglia dell’oggi capogruppo di maggioranza e consigliere regionale Marco Colombo (Lega). Ad alzare la voce è l’opposizione di Insieme per Sesto, che punta il dito contro il primo cittadino Giovanni Buzzi. A partire da una frase che, secondo la minoranza, confermerebbe che «la giunta, incurante dei pareri critici della Provincia e del Parco Ticino e senza aver ascoltato ancora la Soprintendenza al paesaggio, decide un indirizzo urbanistico. Che per legge compete al consiglio comunale».

«Una scusa che peggiora le cose»

Una frase, quella del sindaco, riportata testualmente da IxS in una nota: «È nostra intenzione – citano – garantire per tutti gli operatori di future iniziative in centro città di concedere le stesse condizioni che verranno applicate per la proprietà Colombo: altezze che possano confrontarsi e superare per consistenza i fabbricati esistenti degli anni sessanta che hanno caratterizzato lo scenario urbano del centro». Parole che vengono viste come «una scusa che peggiora le cose: non si cancella un errore facendolo diventare regola», sostiene l’opposizione. Infatti, arriva il primo affondo della minoranza: «Se la frase ha un senso, Buzzi sta dicendo che, senza alcun confronto con la città e senza coinvolgere il consiglio, hanno deciso che, non solo al progetto dell’impresa Colombo ma a chiunque un domani chieda di intervenire su un pezzo di città, si potrà concedere di costruire in altezza fino a superare i fabbricati esistenti degli anni Sessanta». Questo nuovo indirizzo è usato come «pezza per giustificare una variante da concedere per un singolo intervento» E dimostrerebbe che «le critiche di molti cittadini al più classico dei conflitto di interessi, che riguarda il capogruppo-impresario, hanno proprio ragione di essere».

Il conflitto

In questo senso, «l’evidenza del conflitto» sta nella volontà del sindaco di «garantire per tutti gli operatori di future iniziative in centro città altezze che possano superare i fabbricati esistenti degli anni sessanta», come già citato dagli avversari politici. Da qui, una serie di domande. Intanto, sui tempi: «Perché queste parole non sono state mai dette prima? Quando poteva essere utile a sbloccare una situazione ferma da dieci anni». E ancora: «Perché quando il curatore fallimentare predisponeva le perizie per aste che poi andavano purtroppo deserte e Buzzi era assessore all’urbanistica, non ha pensato di rendere concreto e palese questo indirizzo, molto interessante, per chi volesse investire?». Oppure: «Perché non l’ha tradotta in atti conseguenti?». Soprattutto se si considera che «rendere pubbliche le nuove e più favorevoli condizioni di intervento avrebbe reso il gioco più trasparente, più interessante e forse avrebbe attirato operatori qualche anno prima». Fino alle prime considerazioni: «Alla domanda “perché non si è fatto prima”, Buzzi non ha saputo rispondere: urta la sua serenità e lo fa passare, in mancanza di argomenti, agli insulti e alla diffamazione, con uno stile che non è degno di un sindaco».

«Falsità già smentite»

L’attenzione si sposta poi sulla «pretesa di negare il conflitto». Le sue dichiarazioni di indipendenza da Colombo «servono a poco e non sono nemmeno credibili». Anzi, prosegue IxS, «lo dimostrano i fatti». Tra gli esempi riportati, «si è visto nella formazione della giunta, che per legge è prerogativa del sindaco. Ma nella decisione di allontanare un assessore e spiegarne al consiglio le motivazioni, Buzzi è sostituito dal capo della maggioranza». Oppure nei «dibattiti in consiglio: col silenzio sulle nostre domande proprio su quest’area, mentre la voce della maggioranza era quella di Colombo, incurante di essere interessato come impresa». E ancora: «Lo si vede in molti passaggi inesatti o non veri delle recenti dichiarazioni, tra i quali, il più velenoso, riguardo la vicenda del fallimento dell’impresa Raso». Un modo per dire che «Buzzi ripete falsità già smentite, insinuando accuse tanto confuse quanto false».

«Un’accusa al proprio operato»

Fino alle stoccate finali: «Qui il sindaco si mostra un esperto nella diffamazione. Assai grave, ricordando che Buzzi, assessore all’Urbanistica dal 2009, non ha promosso alcun atto in favore dei proprietari danneggiati, rispetto ai quali la giunta precedente aveva offerto concreta assistenza tecnica e legale». Da qui, «considerando tutto ciò che Buzzi non ha fatto in questi anni (né per il ripristino degli abusi, né per la ricerca di operatori) suona molto stonata la sua affermazione “un intervento atteso da anni”. Lo può dire il cittadino comune, etto da chi siede da oltre 10 anni in giunta suona di fatto come un’accusa al proprio stesso operato».

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