Lago Maggiore in secca: ci sono 200 milioni di metri cubi di acqua in meno 

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SESTO CALENDE – Non piove dall’8 dicembre. Risultato? Ci sono circa 200 milioni di metri cubi di acqua invasata in meno rispetto allo standard, con una discesa, a partire da dicembre, di 5 centimetri alla settimana. E’ allarme siccità per il Lago Maggiore: l’assenza di precipitazioni invernali significative perdura ormai da settimane e fa aumentare la preoccupazione per il totale delle riserve idriche stoccate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sottoforma di neve che in Lombardia è inferiore del 51% rispetto alla media del periodo 2006-2020, come emerge da un’analisi della Coldiretti regionale sull’ultimo bollettino Arpa Lombardia.

Lago Maggiore in secca

La situazione del Lago Maggiore viene definita dagli esperti preoccupante. Oggi 5 febbraio è a -4 centimetri rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende, un evento accaduto raramente negli ultimi 30 anni. Oltre al livello del lago preoccupa anche l’innevamento: le scarse nevicate e il protrarsi di condizioni anticicloniche con temperature superiori alla norma, hanno ridotto progressivamente lo spessore del manto nevoso che si presenta ridotto del 50% rispetto allo standard.

Danni all’economia

Dal Lago Maggiore e dal Ticino dipende l’irrigazione di alcune aree colturali a sud della provincia di Varese, ma le acque raggiungono anche l’Alto Milanese e il vicino Piemonte, dove vengono utilizzate tra l’altro per la sommersione delle risaie. Ed è proprio la zona meridionale del Varesotto, secondo Coldiretti, che teme ripercussioni sulle colture, nel caso la situazione dovesse perdurare nelle prossime settimane. Il persistere della situazione, infatti, andrebbe a pregiudicare la ripresa primaverile dei cereali autunno vernini (triticale, frumento, orzo ecc.) e degli erbai. Anche i prati stabili stanno già manifestando sofferenza per la mancanza di acqua.
Arpa Piemonte ricorda che si sta vivendo uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni (il quarto peggiore dopo il 1989, il 1993 e il 2005). E senza un’inversione di tendenza (che non si intravede a breve termine) sono destinate a peggiorare «le problematiche, che spazieranno dall’agricoltura al turismo, dalla navigazione all’approvvigionamento di acqua potabile, capitolo quest’ultimo sul quale al momento non sono state segnalate criticità evidenti». 

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