Parco del Ticino: un tavolo tecnico contro la siccità del Lago Maggiore

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VARESE – Il parco Ticino lancia l’allarme siccità e avvia un tavolo tecnico per chiedere un’appropriata gestione sistemica della risorsa idrica. «Per evitare alluvioni pericolose e lunghi periodi di aridità».

L’unione fa la forza

Negli scorsi giorni si è tenuto il primo incontro del 2020 del tavolo tecnico voluto dal Parco Ticino per conservare più acqua nel Lago Maggiore, così da utilizzarla nei periodi di siccità. Il confronto sulla sperimentazione del livello del lago è stato istituito 4 anni fa, con l’obiettivo di far convergere gli enti coinvolti su una visione sistemica nella gestione della risorsa idrica, attraverso azioni necessarie a far fronte ai lunghi periodi di siccità.

Il livello del lago deve rimanere oltre i 1,5 metri

Il Parco del Ticino, come aveva già dichiarato lo scorso 24 agosto, ha ribadito la necessità che siano assunte misure per conservare più acqua possibile mantenendo il livello di + 1,50 metri tutto l’anno nel Lago Maggiore, per poi utilizzarla nei momenti critici che oramai si ripetono annualmente. «Abbiamo chiesto la convocazione di questo incontro per analizzare i sempre più frequenti casi di siccità», ha esordito Massimo Braghieri, consigliere del Parco del Ticino con delega alle Acque.

I periodi di siccità sono più lunghi

«I cambiamenti climatici in corso possono essere affrontati anche con le misure che chiediamo, dal mantenere l’acqua sul territorio, al ripristinare le falde. E’ in atto da anni un aumento della durata dei periodi siccitosi che provocano danni ingenti agli ecosistemi e alla biodiversità del Parco, area Mab Unesco e alle oltre settemila attività produttive della valle del Ticino. In particolare, le attività agricole e di turismo fluviale sono fortemente danneggiate sia dalla mancanza di acqua, sia dai sempre più frequenti eventi metereologici estremi». Ecco quindi la richiesta di avere una visione globale dell’argomento, «evitando egoismi e interessi di parte rispetto a quelli generali. A loro dico di non guardate al dito, ma alla luna», commenta Braghieri.

Non deve essere  un pretesto nemmeno la recente piena del lago. «Quello dei giorni scorsi è stato un evento eccezionale,  la cui violenza non è regimentabile e comunque i tempi tecnici per abbassare i livelli ci sono sempre. Chiedo quindi a tutti i componenti del Tavolo istituzionale di valutare le nostre richieste e aprire una discussione tecnica seria al fine di risolvere il problema».

No all’abbassamento del livello di accumulo

Il lungo periodo di siccità di questa estate è stata l’evoluzione di ciò che si sta verificando negli ultimi anni. Nonostante non sia cambiata la quantità d’acqua caduta quest’anno, la stagione delle piogge si è spostata a fine inverno (febbraio-marzo), portando a prolungati periodi siccitosi in primavera/estate. Alla luce di ciò il Parco del Ticino ritiene necessario ridiscutere la gestione delle acque dando priorità all’interesse pubblico.  A giugno, il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, ha autorizzato di diminuire il livello di accumulo del Lago Maggiore da 1,35 metri a 1,25 metri, perdendo quella capacità di riserva che nei mesi estivi sarebbe stata molto utile. Per contro, i rischi di eventi alluvionali, come il recente, sono prevedibili avendo dati meteo che li anticipano di 72 ore.

Un quinquennio difficile

«Se si confronta l’ultimo quinquennio, dal 2016 al 2020, si può riscontrare come quest’anno sia stato complicato, paragonabile per alcuni aspetti al 2016, dove però ci sono stati contributi di pioggia», ha ribadito Silvia Bernini, consigliere del Parco del Ticino con delega all’agricoltura. «Risulta evidente la necessità di un tavolo tecnico con tutti gli enti di riferimento per condividere e attuare un protocollo che salvaguardi la risorsa irrigua a favore del settore primario e di tutto l’agroecosistema a esso collegato, almeno nella seconda parte della stagione estiva».

Serve una visione sistemica

Ecco quindi la richiesta di trovare delle soluzioni relative all’anticipo delle semine e alle modalità di coltivazione, così da evitare per esempio la contemporaneità dell’irrigazione di riso e mais soprattutto nella prima decade di giugno. «Il ruolo del Parco del Ticino è fondamentale e si lega al mondo agricolo in una visione sistemica, che vede la corretta gestione della risorsa irrigua come elemento fondamentale per garantire sia la produzione agricola sia la conservazione delle diverse componenti naturali che abitano nelle aree coltivate e nella Valle del Ticino. Il corretto accumulo della risorsa acqua nel lago e in falda diventa quindi fondamentale sia per garantire la biodiversità nella Valle del Ticino, sia per garantire quella sicurezza al settore agricolo messa sempre più in discussione da eventi meteo estremi».

Allarme siccità: lago Maggiore a -54%. Temperature sopra la media di 1,5 gradi

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