Regolazione estiva del livello del lago Maggiore: «La sperimentazione funziona»

lago maggiore regolazione estiva

SESTO CALENDE – La sperimentazione sulla regolazione estiva dei livelli idrometrici del Lago Maggiore ha fornito dati importanti sulla necessità di un nuovo approccio alla regolazione e sulla conseguente capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. A questa conclusione è giunto il Parco Lombardo del Ticino al termine della presentazione dei dati che l’Autorità di Bacino ha reso noti nell’incontro in videoconferenza con gli Enti lo scorso 15 dicembre. Dati importanti, tanto che il CdG dell’Ente magentino ora si augura che la sperimentazione continui e permetta ulteriori approfondimenti utili all’intero sistema.

Il livello idrometrico di Sesto

«Condividiamo i risultati a cui è pervenuta la sperimentazione – spiega il direttore Claudio de Paola –  e siamo d’accordo con la proposta del Segretario dell’Autorità di Bacino di consolidare la quota di regolazione estiva del lago a + 1,35 sul livello idrometrico di Sesto Calende e di proseguire la sperimentazione sino allo scenario di +1,50 , peraltro già prevista nel protocollo, in modo da verificare la massima possibilità di accumulo nella stagione estiva, anche ai fini del prezioso contributo idrico al fiume Po e in un’ottica di salvaguardia degli ecosistemi fluviali a scala di bacino». «E’fondamentale – precisa Fulvio Caronni, Responsabile del Settore Boschi del Parco del Ticino – proseguire nella sperimentazione anche per avere una lettura organica del fenomeno per l’intero ambito territoriale.  Per quanto riguarda la sicurezza idraulica del territorio lacuale del Verbano, dalla quale prende motivazione la sperimentazione, sarebbe opportuno che il prosieguo della stessa annoverasse nelle proprie attività uno studio idraulico circa la naturale capacità di contenimento dei fenomeni di allagamento della fascia demaniale, prescindendo dalle modifiche antropiche intervenute negli anni ed individuando le eventuali interferenze da esse causate».

Proseguire la sperimentazione

Il Parco del Ticino propone dunque di proseguire nella sperimentazione, che risponde anche a quanto previsto dall’accordo di Parigi dall’Unione Europea nel 2016 in merito ai cambiamenti climatici.
«In particolare – aggiunge il consigliere delegato del Parco del Ticino Massimo Braghieri – tra gli obiettivi mondiali di adattamento climatico, spicca la necessità di ‘migliorare la capacità di adattamento in tal senso, rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici’.  Riteniamo pertanto opportuno superare la definizione del valore statico per la sperimentazione a + 1,50 a favore invece di un modello dinamico che preveda una gestione mobile del livello massimo. L’attuale maggiore affidabilità del sistema previsionale di raccolta dati, permette, leggendo anche la serie storica degli eventi, di poter predisporre in tempo reale di un sistema variabile di determinazione del livello massimo di accumulo del lago Maggiore. Tale approccio consentirebbe quindi di poter interpretare il fenomeno in maniera estesa, relazionando i parametri meteoclimatici relativi all’accumulo nevoso ed ai livelli di riempimento dei bacini, fornendo quindi alle Amministrazioni uno strumento decisionale affidabile, articolato e di maggiore condivisione tra i soggetti portatori di interessi plurimi».

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