Sesto, il mercato torna in centro. Colombo (Lega): «Era meglio in via Lombardia»

sesto mercato centro colombo

SESTO CALENDE – «Per me, doveva restare in zona campo sportivo», ha confessato Marco Colombo, capogruppo della Lega. «Abbiamo preso una strada difficile, non potranno più esserci le stesse condizioni di prima», gli fa eco il sindaco Giovanni Buzzi. Il mercato di Sesto Calende torna in centro. Non una novità: scelta preannunciata dalla maggioranza, posizione sempre sostenuta dalle minoranze. La mozione di ieri, 29 novembre, presentata dalla Lega delle Libertà e votata all’unanimità dal consiglio comunale ha solo ufficializzato la pratica. Si chiude una porta, quella di un lungo iter che si è concluso con una consultazione popolare (con un risultato sotto le aspettative), per aprirne un’altra: «Ci sarà qualche problema? Forse, vedremo».

«Doveva restare in zona campo sportivo»

Dopo due anni e un referendum che non ha raggiunto il quorum del 30%, come stabilito, alla domanda se il mercato del mercoledì dovesse tornare in centro o restare in via Lombardia arriva la risposta definitiva: il consiglio ha scelto la tradizione. La maggioranza, come già sottolineato, ha tenuto conto della volontà dei (pochi) votanti, che in gran parte si è espressa in favore del nucleo antico. Che non coincide del tutto con l’idea della giunta. «Il mondo sta cambiando. E anche il mercato di Sesto è in evoluzione. Con questa scelta abbiamo deciso nell’interesse della città. Il mio parere? Doveva restare in zona campo sportivo». Un percorso lungo e faticoso, «abbiamo preso insulti nonostante lo spostamento delle bancarelle fosse un impegno a far lavorare gli ambulanti in un periodo di emergenza». E che è costato anche qualche grana giudiziaria («sono stato denunciato per diffamazione»). Ora l’obiettivo: «Progettiamo, con calma, una soluzione che possa durare anche in futuro».

Il futuro in centro

Sulla scelta di due anni fa di spostare provvisoriamente il mercato in via Lombardia, nessun dubbio per il primo cittadino: «Siamo convinti di aver fatto in modo che persone in difficoltà lavorassero». A portare qualche pensiero, invece, è la prospettiva per il futuro: «Riportare il mercato in centro, considerando tutte le norme di sicurezza e le indicazioni imposte per legge, implica che non potrà più essere come prima. Ci saranno delle condizioni stabilite da tenere in conto. Ci sarà qualche problema? Forse, vedremo». Sul referendum, poi, è stata una conseguenza della «bagarre messa in piedi da minoranze, ambulanti e giornali. Sembrava che il mercato fosse questione di vita o di morte: sono caduto nell’inganno, pensando che alle persone importasse molto. I risultati hanno mostrato che non è così». Ciò non toglie che «mercatari e commercianti abbiano espresso legittimamente le loro idee, ma la priorità resta ai cittadini sestesi: l’uso che viene fatto del centro, è una loro scelta. Ecco perché abbiamo tenuto conto della consultazione».

Le minoranze esultano (a metà)

Respinti i tre emendamenti presentati dalle opposizioni, accolto quello della maggioranza. Una precisazione che non varia il risultato finale. Confermati i punti di vista delle opposizioni, che fin dall’inizio non hanno nascosto la volontà di rivedere le bancarelle nel nucleo antico. «È stato un buon confronto politico», le parole di Giancarlo Rossi (Insieme per Sesto). «Il mondo cambia, ma anche in ottica di un ritorno ai negozi di quartiere: sono un riferimento per le comunità. Il mercato deve tornare in centro in sicurezza perché c’è stato un dibattito che ha fatto emergere che ha una connotazione identitaria. Nonostante le imperfezioni della mozioni, siamo soddisfatti». Sulla stessa linea Sesto 2030: «Abbiamo speso parecchie energie sul mercato, che deve tornare in centro», ha sottolineato Simone Danzo. «Siamo consapevoli che dovrà cambiare, così come sappiamo che alcune persone non saranno cosi contente. Ma quanto è stato raccolto in questo periodo va valutato per essere utilizzato come stimolo. Sta all’amministrazione valorizzarlo e non soffocarlo, in modo da creare opportunità».

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