Colombo (Lega): «Al mercato di Sesto Calende vendono merce rubata»

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SESTO CALENDE – Un mercato dove si trova merce rubata e dove prodotti usati vengono venduti come fossero nuovi. Così il capogruppo di maggioranza a Sesto Calende, il consigliere regionale Marco Colombo, ha descritto il tradizionale appuntamento con le bancarelle del mercoledì. Parole che hanno scaldato gli animi ieri sera 10 marzo in consiglio comunale sull’ennesimo dibattito dedicato alla futura collocazione del mercato: rimarrà in via Lombardia o tornerà in centro?

Merce rubata

«In giro si vedono solo loghi di Amazon», ha esordito Marco Colombo. «Dunque al di là della sua collocazione anche il mercato è un processo che va rivisto, affinché il mercato duri per i prossimi trent’anni deve diventare un Farmer market come a Londra, dove non ci sono i cinesi che vendono la merce a un euro». Secondo Colombo, il mercato di Sesto deve cambiare pelle. «Si caratterizzi come un mercato serio e qualificato e non che vende a un euro della roba che per la maggior parte è rubata, ma non riusciamo nemmeno noi a controllarla». Interrotto dalle opposizioni, l’ex sindaco ha rincarato la dose. «Mi prendo la responsabilità di quello che dico: i nostri vigili fanno i controlli che possono, io reputo che chi vende prodotti a un euro molte volte vende per nuovi prodotti che sono usati».
Le sue dichiarazioni sono state duramente criticate a margine della seduta dall’opposizione di “Insieme per Sesto”: «I casi sono due: o Colombo e la giunta procedono con un esposto ai Carabinieri e alla Procura, o siamo di fronte ad una vile fanfaronata che scredita il lavoro e la fatica di onesti operatori».

Il futuro del mercato

Colombo era intervenuto mentre si discuteva una mozione, presentata proprio da “Insieme per Sesto”, per chiedere tempi e modi della consultazione popolare sullo spostamento o sul ritorno in centro del mercato. Il vicesindaco Edoardo Favaron – respingendo le accuse che sia l’attuale location la causa del crollo degli acquisti («semplicemente la gente ha meno soldi in tasca») ha ribadito che saranno i sestesi a decidere mediante un referendum che indicativamente potrebbe tenersi  il prossimo autunno. Il processo partecipativo non convince però Simone Danzo (Sesto 2030). Per la seconda forza d’opposizione appare come un modo di scaricare sui cittadini la responsabilità di una scelta divisiva: «Ascoltate tutti ma poi prendetevi la responsabilità di amministrare. Siete state eletti per prendere delle decisioni».

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