Somma, lo scandalo delle lampade votive finisce in tribunale

somma lampade votive

SOMMA LOMBARDO – Un mese fa, in consiglio comunale a Somma Lombardo, l’amministratore unico di Spes Andrea Gambini denunciò pubblicamente che, a causa della esternalizzazione della gestione delle lampade votive, negli ultimi nove anni il Comune di Somma Lombardo ha perso un milione di euro, di fatto regalati a una società privata quando invece potevano aiutare a far quadrare i conti per la gestione dei cimiteri, arrivati a segnare una perdita di 100mila euro annui. Dichiarazioni forti che la stessa società privata, la Saie srl, non è disposta a tollerale, dicendosi pronta a trascinare la società municipalizzata e il Comune nelle competenti sedi giudiziarie per difendere la propria immagine e reputazione.

I numeri secondo Saie

In una lettera inviata al Comune, la Saie – tramite il proprio avvocato – spiega che nei dieci anni di gestione delle lampade votive nei cimiteri sommesi il guadagno è stato di 45mila euro annui, dunque circa la metà rispetto a quanto riportato da Gambini in aula. Non corrispondono al vero, secondo il legale della società, anche i disservizi denunciati dall’au («Con una serie di aumenti a raffica le tariffe sono talmente elevate che i tre quarti delle persone allacciate hanno  fatto disdetta perché veniva a costare come la bolletta di casa»). Secondo la controparte, infatti, i reclami sono stati soltanto due in dieci anni, l’aumento delle tariffe è avvenuto una sola volta (il canone è passato da 18,93 a 21,45 euro) e le disdette sono state meno di un quinto.

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