Somma, padre e figlia in consiglio. Per i Barcaro la politica è un fatto di famiglia

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SOMMA LOMBARDO – «Era un rischio per me includere mia figlia in lista. Come lo era per lei. Ma credo sia l’occasione giusta per dimostrare che, a Somma Lombardo, il nome Barcaro è ben voluto». Anche se, alla luce dei risultati, il dubbio che il Barcaro giusto per conquistare il municipio fosse la giovane Martina c’è: «È un passo avanti: candidarla è stato un modo per riconoscerle il lavoro svolto negli ultimi mesi. Ma non solo, perché ha sempre dimostrato interesse nei confronti della sua città. E ogni volta che ha potuto, ha seguito i consigli comunali per essere informata». Il leghista Alberto Barcaro, candidato sindaco alle ultime amministrative, la butta in parte sull’ironia. Ma nemmeno troppo. Perché sono anche le parole di un padre orgoglioso per il risultato portato a casa dalla figlia. E come dargli torto. Con 156 preferenze, Martina entra in consiglio come più votata della Lega. E per i prossimi cinque anni sarà seduta vicino al padre con la minoranza.

Prima di tutto c’è mia figlia

Le cose vanno messe subito in chiaro: «La decisione di inserire Martina in lista è nata in vacanza, nel giro di una settimana. Non è il frutto di una strategia, ma semplicemente una possibilità che lei stessa si è guadagnata. È stata una sua decisione». Alberto Barcaro non parte dalla sconfitta di martedì, che ha di fatto ha consegnato la fascia tricolore al sindaco uscente Stefano Bellaria, ma inizia dal successo della figlia. «Sarò capogruppo e sarò padre: dovrò tutelarla in consiglio, che può diventare una tana di serpenti se non sai come muoverti». Ma lei si muove bene, se non altro dimostra di avere personalità e idee chiare. Ed è proprio il padre a riconoscerglielo. «Ha un quadro preciso della situazione politica a Somma. Può ancora crescere, sono contento che abbia questa passione». Sì, ma rimane comunque un papà. Quindi parliamo di priorità: «Prima viene l’università. Martina sta gettando le basi per il suo futuro, studiando Lingue a Milano, e se la vita politica dovesse diventare troppo impegnativa, portandole via serenità, prenderemmo subito provvedimenti». Quindi va bene fare politica, va bene amare la città, «ma prima viene mia figlia. Tutto il resto è meno importante».

Ci aiuteremo a vicenda

Martina ascolta. Però se c’è da prendere parola, non si tira indietro. «Se ho questa passione per la politica locale è solo grazie a mio padre. Lui me l’ha trasmessa», spiega la 19enne. «Infatti mi piacerebbe che molti miei coetanei capissero l’importanza del territorio. E che amministrare non è solo questione di partiti a livello nazionale». L’interesse, si può dire, non le manca. E una figura a cui fare riferimento per avvicinarsi alla macchina comunale, nemmeno. Ma qualche timore è inevitabile. «Sicuramente mi appoggerò a mio padre: ha esperienza e non posso che imparare. Ma non vorrei che il nostro legame possa diventare un punto d’attacco. Anche perché, come detto, quella di candidarmi è stata una mia scelta».

Ma intanto si gode il bel risultato ottenuto: «Non mi aspettavo di prendere tutti questi voti, ma ci speravo. Sono contenta e ringrazio chi ha creduto in me». E riguardo l’università? «Almeno fino a novembre seguirò le lezioni da casa: può essere un vantaggio, per gestire bene il mio tempo. Poi, se non dovessi riuscire a conciliare gli impegni, farò delle scelte. Ma molto a malincuore». E per più di un motivo: «Tutto sommato, penso che mio padre abbia bisogno di me. Tanto quanto io di lui. Ci aiuteremo a vicenda».

Accenni alla situazione politica

Non mancano accenni alla situazione politica. Le amministrative hanno preso una piega diversa da quello che sperava il gruppo del Carroccio. E anche gli alleati, visto che sono stati tutti esclusi dal consiglio. Ora Barcaro si lecca le ferite e lo ammette: «Abbiamo perso». E aggiunge: «Partivamo in svantaggio, lo sappiamo. Sono meno convinto della decisione di togliere un seggio alla Lega per darlo al Pd: su questo faremo chiarezza». Ma su un fatto concorda con Bellaria: «Ci vuole collaborazione: è nelle nostre intenzioni. Noi e il centrosinistra abbiamo visioni diverse, ma l’obiettivo è lo stesso, ovvero il bene di Somma. Vedremo dal primo consiglio come sarà».
Sulla stessa linea Martina, già proiettata ai prossimi impegni come consigliera più votata della Lega. E parte con un messaggio: «Ora vorrei che l’amministrazione non rivangasse il passato: basta guardare nello specchietto retrovisore, perché se si rompe sono sette anni di sfiga». Un inizio alla Barcaro.

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