Sparatoria in abitazione a San Giorgio, uomo ferisce gravemente la compagna e si uccide

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SAN GIORGIO SU LEGNANO – Grave episodio di sangue nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 13 novembre, a San Giorgio su Legnano. Intorno alle ore 13 un uomo ha aperto il fuoco con una pistola in una abitazione in via Acquedotto 8 colpendo la compagna, di 35 anni, ferendola gravemente e si è poi tolto la vita rivolgendo l’arma contro di sé.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Legnano insieme al pubblico ministero Massimo De Filippo, che coordina le indagini, e al procuratore capo d Busto Carlo Nocerino. La donna è stata soccorsa dal personale di un’automedica e di un’ambulanza della Croce Bianca di Magnago, che ha provveduto a portarla all’ospedale di Legnano, dov’è arrivata cosciente ed è stata operata d’urgenza. Colpita da un proiettile all’addome, le sue condizioni sarebbero meno gravi di quanto apparso in un primo momento.

La fuga dal balcone e gli spari

Ad aprire il fuoco è stato un uomo di 42 anni, colombiano come la compagna, che si è impossessato della pistola regolarmente detenuta dal compagno della sorella della donna ferita, che di professione fa la guardia giurata. I quattro vivevano insieme nello stesso appartamento nella palazzina a tre piani in via Acquedotto, di fianco a quello di un’anziana coppia che la 35enne assisteva come badante.

Quando il compagno le si è presentato davanti con la pistola in pugno, la donna ha tentato la fuga calandosi dal balcone su quello dell’appartamento sottostante. Mentre un colpo è andato a vuoto, un altro l’ha raggiunta, ferendola. A prestarle i primi soccorsi è stato l’inquilino del piano di sotto che l’ha portata al sicuro e ha chiamato i soccorsi.

Nel frattempo, il compagno si è sparato a morte in casa dell’anziana coppia. Prima della sparatoria vi è stata una violenta lite tra l’uomo e la sua compagna. Dagli accertamenti effettuati dagli inquirenti nel passato della coppa non risultano trascorsi volenti: a carico del 42enne non ci sono denunce per maltrattamenti.

La custodia della pistola

Al vaglio la posizione del cognato del 42enne: dovrà infatti essere accertato come l’uomo sia riuscito ad impossessarsi dell’arma della guardia giurata. L’uomo è stato già sentito dai carabinieri e ha fatto dichiarazioni in sua difesa spiegando che la pistola in dotazione era regolarmente detenuta in cassaforte. I militari stanno accertando che vi siano riscontri sulla scena della sparatoria alle sue dichiarazioni. La cassaforte mostrava segni di scassinamento; ma è un’operazione che non sarebbe possibile dai primi rilievi nell’arco di pochi minuti. La manomissione potrebbe essere già avvenuta in precedenza. Il cognato guardia giurata del 42enne protagonista della sparatoria sarà interrogato dal Pm nelle prossime ore. Rischia di essere indagato per omesso controllo.

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