Speroni (Lega): «Campi d’allenamento? Li faccia la Pro Patria. Come fa l’Albinoleffe»

BUSTO ARSIZIO – «Allo stadio “Speroni” arriva l’Albinoleffe. Spero che per la Pro Patria sia un esempio da seguire: loro lo stadio se lo sono costruiti da soli, senza pretendere che sia il Comune a mettere a disposizione le strutture sportive». La provocazione di Francesco Enrico Speroni, segretario cittadino della Lega e già ministro ed europarlamentare, arriva proprio alla vigilia del match casalingo tra i biancoblù della presidentissima Patrizia Testa e i bergamaschi di patron Gianfranco Andreoletti, che stanno costruendo, a Zanica, il loro nuovo stadio di proprietà.

Il caso dei campi d’allenamento

Il tema è sempre quello degli agognati campi d’allenamento per lo storico club dei Tigrotti, anche alla luce della recente richiesta di un terreno di gioco in sintetico avanzata nel faccia a faccia tra la presidente Testa e il sindaco Emanuele Antonelli. «La Pro Patria potrebbe provvedere autonomamente alla realizzazione dei campi di cui ha necessità – sottolinea Speroni – non dev’essere sempre il Comune a fornire a tutti le strutture. A maggior ragione ad una società professionistica: in questo caso sarebbero da privilegiare quelle dilettantistiche che giocano senza guadagnarci, e non parlo di Patrizia Testa che so che ci rimette, ma giocatori, allenatori e staff lo fanno di mestiere». L’esempio in questo senso è proprio l’Albinoleffe: «Senza chiedere niente a nessuno, lo stadio se l’è fatto per conto suo. E parliamo di una squadra di serie C, non della Juventus di Agnelli che ha il suo stadio di proprietà».

Speroni e lo “Speroni”

L’esponente della Lega, che parla di una sua «convinzione personale, mai tradotta in azione politica», non arriva a chiedere che lo stadio “Speroni” venga venduto alla società biancoblù, anche se ricorda che «un tempo era tra i beni cedibili, ma nessuno si è offerto di comprarlo, neanche la Pro Patria. Come tanti altri immobili del Comune». Però insiste: «Di opere ne sono state fatte, e lo stadio praticamente è come se fosse della Pro Patria, eccetto il fatto che buona parte delle spese le paga il Comune». Stesso discorso per l’assenza di parcheggi attorno allo “Speroni”, acuita dalla concessione del “Maracanà” all’Antoniana: «Anche a Como e Lecco non ci sono posteggi attorno allo stadio» puntualizza l’ex ministro. Come a dire, Palazzo Gilardoni dovrebbe chiudere i rubinetti. Al di là del rischio di indispettire i tifosi: «La politica deve fare gli interessi di tutta la città, a prescindere dal risultato in termini elettorali».

Il “Carletto Reguzzoni”

E qui si torna al “caso” del campo di calcio di via Valle Olona, assegnato alla nuova società del Busto 81 dopo che quella vecchia ha trasferito il titolo sportivo al Varese. «Non ho capito la polemica per lo stadio “Carlo Reguzzoni” – ribadisce Francesco Enrico Speroni – è un bene pubblico, lo si offre nell’interesse delle casse del Comune. Come un po’ tutto. A parte la sciagurata, dal punto di vista economico, scelta della Caserma dei Carabinieri, che però riguarda un rapporto tra enti pubblici, che possono avere una sorta di “trattamento privilegiato”, o discrezionale. Ma nel caso del campo di calcio, chi ha offerto le condizioni migliori se l’è aggiudicato, con lo stesso criterio di altri beni comunali, penso ai negozi. Non è che una società, perché ha giocato in serie A e rappresenta la città, prevale rispetto ad altre». Parole che, c’è da scommettere, incendieranno gli animi dei tifosi dei Tigrotti, già non teneri nei confronti del partito che Speroni rappresenta in città.

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