Superstrada della Malpensa inadeguata, fonte di pericoli e intoppi quotidiani

MALPENSA – I dati di alcuni anni fa indicavano la superstrada 336 della Malpensa come l’arteria più pericolosa del Varesotto, in cima alle classifiche nazionali per numero di incidenti, gravi e meno gravi. Record negativo saldamente conservato nel tempo, fino ai nostri giorni. L’ultimo sinistro è di questa mattina, sabato 1 settembre, una donna ferita dopo essere andata a sbattere con la propria auto contro le protezioni della 336, all’altezza del terminal 2, in direzione Milano. Nulla di irreparabile, per fortuna, ma ennesimo campanello d’allarme di una via con passaggi da contare in decine di migliaia nelle ventiquattro ore. Si capisce il perché: il boom di Malpensa (2,6 milioni di passeggeri soltanto ad agosto) coincide con l’aumento esponenziale del traffico automobilistico.

Meglio della Boffalora

C’è poco da stare allegri per il futuro, con previsioni di crescite che continueranno ad incidere anche sulla 336, preferita, da chi proviene o deve raggiungere Milano, alla Boffalora, più comoda ma considerata dispersiva per il fatto che allunga il tragitto fino al capoluogo e si inserisce per un tratto sulla Milano-Torino. Non che la “nostra” superstrada sia meno disagevole – basti pensare al congestionamento dell’Autolaghi – ma agli automobilisti, compresi taxisti e conducenti di bus, appare più facile da percorrere per arrivare a Milano o nelle destinazioni a Nord e a Est della città meneghina.superstrada malpensa pericolosa

Insicura fin dagli anni ‘90

Eppure fin dalla sua costruzione, meglio, fin dalla sua riqualificazione alla fine degli anni Ottanta, in concomitanza con i mondiali dei calcio di Italia ’90, carreggiate e svincoli sembrarono subito inadeguati. Troppo strette le corsie, prive per ampi tratti di vie di fuga e corsie d’emergenza, al limite della praticabilità i raccordi di immissione dalla viabilità esterna. Immettersi è sempre un rischio: mancando corsi di accelerazione ci si trova subito dentro, con le auto che sfrecciano accanto e fanno lo slalom per evitarti. Il limite dei 90 chilometri all’ora serve a poco: non è quasi mai rispettato. In un simile contesto è difficile pensare a una strada sicura. Esattamente come trent’anni fa, quando vennero cancellati gli attraversamenti a raso e si pensò di rendere più scorrevole la superstrada anche nella prospettiva dello sviluppo dell’aeroporto, come infatti accadde di lì a poco. Le polemiche di allora non ebbero sbocco, se non nell’installazione in epoche più recenti  di una postazione di autovelox nei pressi del Ciglione di Cardano al Campo, della cui utilità come deterrente all’alta velocità ci fu da dubitare. Tanto che oggi non è nemmeno più in funzione.

Il traffico crescerà ancora

Soluzioni? L’accesso a Malpensa richiederebbe ben altra arteria, ma c’è da credere che non si potrà intervenire più di tanto. Così saremo costretti a sorbirci le infinite code (con annesso inquinamento) che si formano appena un’auto si blocca per un qualsiasi intoppo e a percorrerla con circospezione per evitare il peggio. Degno prolungamento dell’A8, sulle cui pessime condizioni di viabilità non serve dilungarci, la superstrada della Malpensa continuerà a svolgere il proprio compito al servizio dello scalo della brughiera e chi la frequenta a rendersi conto che forse, i progettisti della sua riqualificazione, avrebbero potuto fare meglio, fin dal 1990. Ma si sa, le recriminazioni lasciano sempre il tempo che trovano. Fino al prossimo incidente.

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