Le insidie di Tik Tok. L’avvocato: «Facile scivolare nel reato di diffamazione»

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L’universo dei social network può essere pericoloso. Vale per i giovani, in particolare. E ancora di più per chi non ha raggiunto la maggior età, quando uno “scivolone” sotto gli occhi di internet può creare non poche rogne alle famiglie. Basta poco. Come utilizzare un linguaggio che supera i limiti del buon senso, che diventa insulto. O gesti (troppo) plateali, che si trasformano in minacce. Un tema delicato, insomma. Il rischio, non più così raro, è di essere accusati di diffamazione, con tutte le conseguenze che ne derivano. Ne parla a Malpensa24 l’avvocato Fabio Manfrè.

I rischi

Fabio Manfrè

Il punto di partenza coincide con la piattaforma virtuale moderna per eccellenza: Tik Tok. Ormai punto di riferimento delle nuovissime generazioni. Ma anche di noti esponenti politici, che hanno deciso di abbracciare ogni forma di comunicazione per raggiungere un bacino di elettori quanto più ampio. Basti vedere il rumore causato da Silvio Berlusconi, che ha di recente annunciato la sua iscrizione al canale. Il nodo della questione, però, rimane legato ai giovani: «Spesso non hanno ben presente il rischio che corrono utilizzando alcuni termini», spiega l’avvocato Manfrè. Due gli effetti principali: «Da una parte c’è il fattore penale, col pericolo di diffamazione aggravata, che raggiunge un numero indeterminato di persone». Il riferimento, per la precisione, va all’articolo 595 comma 3 del codice penale. «Dall’altra parte, c’è la conseguenza del risarcimento civilistico, che porta a compensare i danni nei confronti della vittima». In questo caso, la persona offesa «può querelare o agire in sede civile».

Bullismo e tribunali ingolfati

Non solo, un altro fenomeno diffuso riguarda il bullismo. «Sono molti gli episodi in cui i giovani non riconoscono le conseguenze gravi che possono avere certi atteggiamenti su Tik Tok». Fino al rischio di «ingolfare i tribunali». E, quindi, la possibilità che «un’azione abbia ripercussioni economiche. Spesso non ci pensano».

Diffamazione riconoscibile

Oltretutto, le diffamazioni sui social «sono facilmente riconoscibili». Nel senso che «è più semplice risalire all’autore di un video o di un post, perché la vittima è informata del contenuto pubblicato su internet». A differenza di una diffamazione non fatta sui social, «perché la vittima non è presente».
Insomma, una serie di direttive, quelle dell’avvocato, che possono aiutare a comprendere meglio quanto sia pericoloso utilizzare i canali virtuali – come si nota soprattutto su Tik Tok – con troppa leggerezza. Ed evitare danni sostanziosi.

tik tok rischio diffamazione – MALPENSA24