BUSTO ARSIZIO – «Non demonizziamo il Reddito di Cittadinanza. Insieme al salario minimo tutela la dignità delle persone. E può andare di pari passo alle misure a sostegno delle imprese». Alessandra Todde, viceministro dello sviluppo economico, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e capolista nel collegio plurinominale della Camera di Varese, sbarca a Busto Arsizio per incontrare gli attivisti e i candidati del territorio. E per sfatare i “miti” sulle misure-bandiera del movimento guidato dall’ex premier Giuseppe Conte.
L’intervista
«Si pensa sempre che M5S non sia attento alle imprese, invece portiamo proposte concrete come il taglio del cuneo fiscale e l’abolizione dell’IRAP – sottolinea, dalla “trincea” del Nord produttivo, la vice del MISE di Giancarlo Giorgetti – ma insieme alla battaglia per il salario minimo. Le due cose si tengono, perché le aziende devono stare in piedi e i lavoratori devono avere uno stipendio dignitoso».
I numeri del RdC
La dignità è anche la ragione per cui Alessandra Todde difende il Reddito di Cittadinanza, il provvedimento-bandiera del Movimento: «È una misura a supporto della povertà, non un incentivo a non lavorare. Lo dicono i numeri: due terzi dei percettori sono persone che non possono lavorare, tra cui 700mila minori e 200mila inabili al lavoro. E molti altri sono “working poors” che integrano il loro salario con il RdC». Per Todde uno dei problemi di questa misura è responsabilità delle Regioni, che «non spendono i soldi per le politiche attive e i centri per l’impiego. Su un miliardo stanziato, è stato speso solo il 30%».