Tour de France. Matthews vince la tappa, secondo posto a Bettiol

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I 192,5 chilometri di colline tra la Loira e l’Occitania hanno decretato il vincitore della 14^ tappa del Tour de France 2022: a spiccare il volo nell’aeroporto di Mende-Brenoux è Michael Matthews (Bike Exchange) che spezza l’incantesimo dopo che sull’asperità clou stava per essere beffato da un ottimo Alberto Bettiol (EF). Consolazione francese sul podio con Thibaut Pinot (Groupama FDJ).

A Saint-Etienne si è giunti ieri col trionfo di Mads Pedersen, dalla stessa città si è partiti oggi, 16 luglio, per andare ad affrontare sette côtes più la temibile scalata prima del traguardo. E come si è partiti! Il primo attacco a diciotto dopo due chilometri, che vede addirittura i big controscattare in prima persona per riassorbirlo sul Saint Just-Malmont. Tra discese e Saint Sigolene, poi, la carovana si spezzetta in un groviera di sparuti manipoli: una situazione inusuale e spettacolare.

È allo scollinamento del Chataigner, al km 39, che prende forma un’azione davvero importante: Michael Matthews (Bike Exchange), Luis Leon Sanchez (Bahrain Victorious), Andreas Kron (Lotto Soudal), Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen), Franck Bonnamour (B&B Hotels), Marc Soler (UAE), Gregor Muhlberger (Movistar), Dani Martinez (Ineos), Louis Meintjes (Intermarché Wanty Gobert), Bauke Mollema e Quinn Simmons per la Trek Segafredo, Stefan Kung e Thibaut Pinot per la Groupama FDJ, Jakob Fuglsang, Michael Woods e Krists Neilands per la Israel Premier Tech, Patrick Konrad, Felix Grossschartner e Lennard Kamna per la Bora Hansgrohe, Rigoberto Uran, Alberto Bettiol e Neilson Powless per la EF, e Simon Geschke (Cofidis) che centra quindi la fuga e si garantisce la difesa della maglia a pois.

A proposito di colori distintivi: il verde Wout Van Aert si consulta col giallo Jonas Vingegaard e la Jumbo Visma si schiera sul manto stradale a lasciar andare. In mezzo a loro, il bianco Tadej Pogacar e gli altri uomini classifica. I successivi tratti di Yssingeux, falsopiano e picchiata portano i corridori a intraprendere la lunga ma morbida ascesa di metà gara, quella di Bouchet-Saint Nicolas, con quasi 10 minuti di vantaggio sul plotone. Minuti di vantaggio che superano addirittura 12 sul Grandrieu: sono ufficialmente i 23 battistrada a giocarsi la vittoria.

A 52 km dall’arrivo, violenta accelerazione in lieve salita di Matthews, deciso a scrollarsi di dosso l’etichetta di “eterno secondo” di questo Tour. Da passista veloce in mezzo a fior di scalatori, l’australiano gioca d’anticipo a tutto gas e si porta dietro Kron (già 4° a Losanna), la vecchia volpe Sanchez e il campione austriaco Grossschartner.

Il quartetto scappa via sulla Fage mentre i 19 inseguitori diventano 12 e infine 9: perdono contatto Kung, Powless, Mollema, Woods, Bonnamour, Neilands e Cosnefroy, e proprio sulla sommità mollano la presa Geschke (che però poi rientrerà caparbiamente), Muhlberger e Simmons. Circa 14 minuti più indietro, una sfiammata di Vingegaard e i suoi gregari di extra-lusso fa grossa selezione e riduce il gruppo principale a una ventina di unità.

Tutto si decide nei 3 km al 10% di pendenza della Salita Jalabert. La inforcano in tre in testa, dato che Kron evita per un pelo una caduta e perde troppo terreno per poter recuperare. Matthews, da ruota veloce che ha attaccato da lontano, sembra faticare e fa l’elastico, ma a metà ascesa rilancia e saluta i compagni d’avventura. Contestualmente Alberto Bettiol schizza fuori dal drappello dei poursuivants e va a prendere il classe ’90 della Bike Exchange, il quale però a sua volta rovina i sogni di gloria italiani con un ultimo contrattacco che non lascia scampo al toscano.

Dopo due secondi posti in questa 109esima Grande Boucle, Matthews può godersi la tranquilla passerella di 1500 metri e torna a vincere una tappa al Tour a cinque anni di distanza dalla precedente. L’ultima affermazione italiana rimane quella di Vincenzo Nibali nella penultima frazione del Tour 2019. Sussulto d’orgoglio della Francia, con Thibaut Pinot che si produce in uno sforzo poderoso e azzanna il bronzo.

Mentre tutti gli altri tagliano la linea via via, il pubblico resta all’erta per vedere cosa combinano i “pezzi grossi”. Presto detto: sulla Salita Jalabert, Tadej Pogacar parte deciso e solamente Jonas Vingegaard è in grado di seguirlo. I due si fanno insieme gli ultimi 3500 metri, divertono e si divertono a inscenare una volatina vinta dallo sloveno.
Il messaggio è chiarissimo: a scanso di eventi fuori programma, non ci sono terzi incomodi che tengano. La corsa più importante del mondo è un duello tra loro!

In lotta soprattutto per la classifica scalatori contro Geschke, notiamo che comunque Meintjes, con le fughe dell’altroieri all’Alpe d’Huez e di oggi sul Massiccio Centrale, ha fatto il suo ingresso nella top ten generale. Fuori dai giochi di maillot jaune, ma intanto è lì. Il sudafricano in carriera si è classificato due volte ottavo nella classifica finale del Tour.

Da notare inoltre la difficile giornata di Caleb Ewan, che ha perso contatto al primissimo accenno altimetrico e ha stretto i denti, assistito dal trio Wellens-Frison-Janse Van Rensburg, per non sforare il tempo massimo.

Chiudiamo la cronaca con un accenno alla graduatoria a squadre, dominata per il nono giorno dalla Ineos. E una menzione per la Israel Premier Tech, unico team sin qui in grado di entrare in tutte le fughe vincenti (e in un caso ha trionfato, con Clarke ad Arenberg).

A concludere domani una settimana d’altura sarà invece una frazione non certo piatta, ma comunque adatta a ruote veloci.

per consultare le classifiche vai su tuttobiciweb.it

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