TuMiTurbi a tinte dark, Mind Drop in concerto per i 30 anni di “Rusted eternity”

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VARESE – Negli anni Novanta tra le band di spicco della scena dark italiana, come Ataraxia e Kirlian Camera ce n’era anche una di Varese, i Mind Drop. L’anniversario del loro primo album è l’occasione per un concerto che si terrà domani, sabato 19 novembre, alle 21 al TuMiTurbi: «Il piacere è stato soprattutto quello di ritrovarci, abbiamo ripreso a suonare insieme poco prima del Covid», racconta il fondatore Andrea Bosetti. «Celebreremo sia i nostri cinquant’anni che i trenta di “Rusted eternity”, ne abbiamo approfittato per ristamparlo. E saranno presenti anche i produttori dell’etichetta Energeia: da Napoli Davide Morgera e Antonio Escalona sbarcheranno a Malpensa per partecipare all’evento».

Ristampa in numero limitato

Sul palco con Bosetti (tastiere) saliranno Stefano Bruno (chitarra), Lorenzo Colombo (basso), Marco Maculan (voce) e Gabriele Ronchi (batteria): «Abbiamo rimesso in piedi, eccezion fatta per il batterista, la band originaria e realizzato una riedizione, rimasterizzata e nel numero limitato di cento copie, di quello che si può considerare il nostro lp d’esordio. All’epoca non c’erano soldi e Energeia produceva ancora su cassetta, quindi finora “Rusted eternity” non era mai uscito in cd: abbiamo voluto dare una forma digitale a un’opera che nel web continuava a essere oggetto di compravendita in quel suo primo formato».

La nascita della band

I Mind Drop sono nati a fine anni Ottanta: «Seguivo già la scena darkwave e, saltuariamente, riuscivo ad andare nei locali che le erano legati, come l’Hysterika a Milano o il Muro a Varese. Dopo aver incontrato Stefano ho iniziato a fargli ascoltare questa musica, trovando una sintonia di gusti: abbiamo deciso di iniziare a suonare, e da lì cercare, con il fondamentale apporto del mio compagno di classe Beppe Trani, di mettere su una band. Un’altra grande difficoltà era trovare un posto per fare le prove: un importante aiuto ci è giunto anche da Gianni Cipolletti, bluesman purtroppo morto di Covid a inizio pandemia, che aveva uno studio di registrazione a Induno. Il primo demo risale al 1991, proprio con la formazione che suonerà sabato, e da lì in poi ci sono stati i primi concerti allo Splasc(h), sempre a Induno, che permetteva di organizzare serate autogestite».

Necrodark e il contatto con Energeia

La grande svolta arrivò grazie il contatto con Energeia, ottenuto tramite una lettera che Bosetti aveva scritto a una fanzine di Trieste: «Si chiamava Necrodark. Allora la rivista Rockerilla faceva da punto di riferimento, con tante fanzine che le giravano intorno. Morgera lesse questa mia missiva, in qualche modo – perché non esistevano i cellulari – riuscì a trovare il numero di casa mia, mi chiamò e disse: «Senti, mi piace la vostra attitudine, mandami un demo». Così fu, e iniziò il rapporto ha portato poi alla produzione di “Rusted eternity” e alla sua distribuzione. Questa cassetta ha girato tutto il mondo: ci arrivavano richieste dal Giappone, dal Sud America, dagli Stati Uniti, dalla Germania, dappertutto. E ci arrivavano proprio le lettere a casa, non c’erano le e-mail: sembra incredibile, quando lo dico non mi sembra vero, ma è stato così».

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Attitudine post-punk

«Per quanto riguarda la provincia, la grande difficoltà era innanzitutto formare una band», osserva Bosetti. «Trovare gente che avesse anche solo minimamente l’attitudine post-punk è stato difficilissimo. Però da lì hanno poi avuto origine tutta una compagnia di persone, un insieme di rapporti e amicizie che hanno aiutato il progetto che volevamo portare avanti: si è sviluppato ancora di più ai tempi di “Side of mine”, secondo disco che mi ha visto in una formazione a tre con Andrea Manenti e Matteo Soru. Dalla fine del 1994, nell’arco di sei mesi, abbiamo creato i pezzi dell’album, dando inizio a un tour in tutti i locali dark: un’epoca durata due anni e mezzo in cui abbiamo raccolto i frutti della gavetta partita a inizio decennio. Siamo stati tra i primi gruppi a suonare sia al Linus, alle feste organizzate da Nikita, che allo Shelter: al TuMi Turbi con noi ci sarà Sciaky, che è stato il primo dj del locale di Colturano».

La musica dark all’epoca del grunge

«Amavo ciò che facevo e penso che, in questo senso, alla fine il tempo ci abbia dato ragione», conclude Bosetti. «Perché chi si è comunque dedicato a una certa nicchia è durato tanto. Abbiamo iniziato a suonare, a proporci dal vivo, quando la musica che facevamo era considerata assolutamente fuori dal tempo ed è stata una grandissima difficoltà. Credevamo in un certo tipo di estetica e di suono, che in “Rusted eternity” abbiamo cercato di contaminare con hard rock, no-wave e wave psichedelica; secondo me l’atto – se mi si permette il termine – “eroico” era che, nonostante tutti parlassero di Nirvana, grunge e simili, portavamo avanti un certo tipo di linguaggio. E l’Energeia è stata fondamentale per farci capire che in Italia c’era tanta gente come noi. Era un momento in cui chi amava quel genere magari non riusciva a trovare il disco che voleva comprare e allora si metteva a suonare. Da quel momento di passaggio, in cui non c’erano più collegamenti diretti alle radici e si cercava di creare qualcos’altro, sono venuti fuori un sacco di gruppi».

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