Una Giöbia per due: i sindaci di Busto e Gallarate insieme ai falò della tradizione

BUSTO ARSIZIO/GALLARATE – Dalla disfida della Giöbia alla collaborazione: Busto e Gallarate insieme per valorizzare la tradizione che accomuna le due città del Basso Varesotto. I sindaci Emanuele Antonelli e Andrea Cassani si scambiano gli inviti all’accensione del falò e uniscono idealmente le città nella speranza che il fuoco possa davvero scacciare via i mali della pandemia. «Fiamme alte e dritte, di buon auspicio» sia a Busto che a Gallarate, che venga chiamata (o scritta) Giöbia, Gioeubia o Giubbiana.

C’era una volta la “disfida”

«Amichevolmente, la disfida della Gioeubia ha portato le due città a confrontarsi su una tradizione che è parte di un patrimonio culturale immateriale» ammette l’assessore alla cultura di Gallarate Massimo Palazzi. Messa da parte la “querelle” sulle origini della festa, i due sindaci hanno fatto squadra per i falò. «Non sappiamo quale delle due sia nata prima – rivela a Busto il sindaco Cassani – nel dubbio ci siamo ritrovati ad accenderle entrambe insieme e a riproporre la tradizione». Anche nell’anno della pandemia che ha costretto a rinunciare alla folla. «Da politico, potrei semplicemente dire a Gallarate che è nata prima da voi e a Busto che è nata prima da noi» ironizza il sindaco Antonelli, in trasferta a Gallarate. «Sono contento di essere qui. La vostra Giöbia è bellissima e molto grande, speriamo tutti che brucerà tutti i guai». Un asse, quello tra Cassani e Antonelli, che al di là dei tanti fronti comuni tra le due città (uno su tutti, il nuovo ospedale), potrebbe riproporsi con le loro ricandidature a sindaco, entrambe ancora non certe.

Qui Busto Arsizio

Come da tradizione, i diversi fantocci delle associazioni sono stati radunati nel posteggio di via Einaudi, dove i due sindaci Antonelli e Cassani – insieme agli assessori Manuela Maffioli, Paola Magugliani, Laura Rogora e Osvaldo Attolini, oltre all’europarlamentare Isabella Tovaglieri e al deputato Matteo Bianchi – hanno acceso il rogo. «Fiamme alte e dritte» sentenziano i custodi della tradizione. «Di buon auspicio». A Busto non si sono potuti organizzare gli altri falò, ma spicca l’iniziativa del Club Folclore e Sport di Borsano, che al Campone di via Magenta ha acceso il fuoco per cucinare la polenta e bruscitti, consegnata a domicilio per oltre 400 porzioni, accompagnate dalle “mini-Giöbie home edition” con cui ogni famiglia ha potuto tenere viva la tradizione anche a distanza.

Qui Gallarate

Nella città dei Due Galli, il grande fantoccio realizzato dalla Pro Loco è stato messo al rogo al campo sportivo di Arnate, con diretta streaming. «Anche se lontani, sentiamo vicini i cittadini che guarderanno il falò da casa» ammette il presidente della Pro Loco Vittorio Pizzolato, che ha ringraziato i ristoratori «per l’affetto nei confronti della tradizione dimostrato con le diverse iniziative per la distribuzione del risotto», a rimpiazzare il mitico “pentolone” da Guinness. A distanza anche il messaggio di Re Risotto, la maschera cittadina impersonata da Pietro Tenconi. Attorno alla Giöbia, con una tela che raffigura il Coronavirus, c’erano gli scatoloni in cui sono stati raccolti i brutti pensieri del 2020 dai bambini delle scuole della città. A dare alle fiamme il fantoccio, per ripristinare un’antica tradizione riscoperta dall’assessore Palazzi, tre “fanciulle”, per l’occasione le tre assessori donna di Gallarate, Francesca Caruso, Claudia Mazzetti e Stefania Cribioli. Anche qui fiamme alte e dritte, che danno speranza.

Con la Gioeubia “scoppia la pace” tra Busto e Gallarate. «Doppio buon auspicio»

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