Urrà per Francesco Enrico re dei sensi unici in bicicletta

speroni senso unico
Il doppio senso per le biciclette in via Galvani

Quando uno dice: lei non sa chi sono io! E se anche evitasse di dirlo c’è chi, più zelante di un ilota zelante, ne prende ugualmente atto. Come può essere successo a Busto Arsizio, città del profondo Nord che, di tanto in tanto, dà una pennellata alla viabilità nel tentativo di migliorare ciò che difficilmente si può migliorare. Il nodo del nostro discorso però è un altro. Riguarda l’istituzione del senso unico in una strada contigua al centro, via Galvani. Provvedimento contestato all’inizio da Francesco Enrico Speroni, leghista della prima ora, già ministro di un governo Berlusconi, personaggio che ancora gode di una certa voce in capitolo, quanto meno a Busto Arsizio.

Al punto che lui, con spiccata passione per la bicicletta, ebbe a minacciare il suo partito di rendersi invisibile ai radar della storica sezione cittadina della Lega, se fosse passato il divieto di circolare nel doppio senso di marcia in via Galvani; arteria che pare gli stia particolarmente a cuore perché gli consente di andare e tornare, sempre in bicicletta, senza dover fare giri dell’oca da e per la sua abitazione. Tanto da invocare perlomeno il mantenimento del doppio senso per le due ruote a pedali. Un capriccio a cui Palazzo Gilardoni sembra abbia dato credito, dato che, con un escamotage, ha realizzato una pista ciclabile che consente di pedalare contromano, lasciando libero l’altro senso, quello del nuovo divieto, alle auto e, attenzione, ai ciclisti stessi. Per molti, un pasticcio. Con buona pace della sicurezza.

Possibile? Figuratevi, in Italia diventa possibile anche l’impossibile, quando chi comanda interpreta e applica le norme a suo uso e consumo o per gli amici degli amici. Pare infatti che il codice della strada, repressivo al massimo con chi sgarra di un chilometro i limiti imposti, ma, volendo, lasco, laschissimo con gli Speroni di turno, conceda una simile soluzione. Tutti contenti, dunque? Ma neanche per sogno, tutti (o quasi) incazzati neri. Anche molti tra quelli che da anni si chiedono perché una strada così stretta come via Galvani fosse ancora a doppio senso. Perlomeno se pensiamo a che fine fanno molte richieste di cittadini in tema di viabilità, alle petizioni firmate da migliaia di persone subito chiuse in un cassetto, alle risposte vaghe e interessate degli amministratori per dire di no, alle circonvoluzioni sintattiche di sindaci e comandanti della polizia locale per spiegare l’inspiegabile e rispedire al mittente qualunque suggerimento o critica; insomma, se pensiamo a tutto quel che viene messo in atto per mandare a quel paese la gente. E spesso senza chiedere scusa o ammettere di aver sbagliato.

Potremmo anche finirla qui. Consapevoli che potrebbero arrivarci letteracce, commenti e insulti da parte dei responsabili della cosa pubblica, giustificazioni e quant’altro viene riservato alla “cattiva stampa” che non si omologa. Però, sia chiaro una volta di più, sempre pronta a pubblicare tutte le repliche e le spiegazioni del caso, se mai qualcuno volesse metterci la faccia. Perché a sentirsi offesi potrebbero essere tutti quei cittadini che tante volte, a palazzo, in tutti i palazzi del Belpaese, hanno trovato la porta chiusa. E non avevano l’esigenza di evitare qualche metro in più in sella a una bicicletta per la propria comodità, ma ben altre questioni da risolvere. Altro che “il bello di vivere a Busto”.

busto speroni sensi unici – MALPENSA24