Via Galvani, Speroni contromano: «Senso unico? A Busto la Lega non mi vede più»

BUSTO ARSIZIOSenso unico di via Galvani, Francesco Speroni si mette di traverso: «La Lega di Busto dovrebbe dire di no. Altrimenti non mi vedono più in sezione». Lo ha già fatto sapere nella chat degli iscritti, minacciando di sospendere la sua partecipazione dall’attività del partito di via Culin. E ora tuona: «Cosa serve stare in maggioranza se poi si subiscono le decisioni degli altri?».

Il niet di Speroni

francesco speroni

Sarà un senso unico a scrivere la parola fine a quasi quarant’anni di presenza nella sezione della Lega di Busto, dai primi tempi pionieristici al Cortiletto fino a quelli di via Culin? A chiedergli cosa ne pensa del senso unico di via Galvani, che entrerà in vigore dal 28 agosto, Francesco Enrico Speroni (nella foto) risponde senza mezzi termini: «Tutto il male possibile». E spiega: «Si dà ragione agli incapaci». Che poi non sarebbero altri che gli automobilisti che non riescono a percorrere la via Galvani a doppio senso. «Si riesce a passare anche con le macchine parcheggiate. Ci ho provato tante volte: forse solo due furgoni non riescono, due SUV però ci passano».

I semafori

A Speroni non vanno giù gli effetti indotti dal divieto di accesso da corso Italia: «Mi obbliga a fare i semafori – ribatte l’ex ministro ed ex segretario cittadino del Carroccio, da sempre – se vado in corso Italia, per tornare a casa o passo da via Quintino Sella con il semaforo o da via Bellini, con il semaforo. Più tempo, più consumo di carburante, più inquinamento. Tutto per gli incapaci e per colpa di chi in giunta ha preso questa decisione per risolvere un falso problema. Spero solo che, come aveva promesso l’assessore, si lasci la possibilità alle biciclette di percorrere la strada nei due sensi di marcia».

Il caso politico

Ma il caso, da viabilistico, diventa politico. Francesco Speroni, quando aveva incarichi istituzionali o politici, ha sempre fatto resistenza rispetto all’ipotesi di istituire il senso unico, da ultimo quando l’assessore alla partita era Max Rogora, allora in quota Lega. Stavolta fa pressing da semplice militante, per quanto autorevole: «Mi dispiace che la Lega non si sia fatta sentire, ora valuterò come comportarmi» rivela Speroni. Aggiungendo quale linea auspica: «La Lega dovrebbe dire di no, altrimenti non mi vedono più in sezione». E se non si opporrà? «Mi metto da parte e tanti saluti». Quasi quarant’anni di storia appesa ad un senso unico.

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