Varese Estense Festival Menotti: un’estate nel segno di Fo, Puccini e Duse

menotti fo puccini duse 02

VARESE – «Vogliamo dare voce alle anime che in passato hanno reso grande Varese: tra fine Ottocento e inizio Novecento c’era una connessione profonda tra l’aspetto culturale e quello turistico. Qui si concentrava il bel mondo di allora: abbiamo voluto recuperare e promuovere questa tradizione». Oggi, giovedì 9 maggio Serena Nardi, ideatrice e direttrice artistica del Varese Estense Festival Menotti, ha così illustrato a Villa Recalcati insieme a Salvatore Martino di Macchione Editore e Massimiliano Broglio, docente del liceo musicale Manzoni, le novità in serbo per l’edizione 2024. La manifestazione, che è dedicata all’amico Franco Piana da poco scomparso e si svolgerà da domani, venerdì 10 maggio, al 7 settembre, punterà i riflettori sulle figure di Dario Fo, Giacomo Puccini ed Eleonora Duse.

Uno straordinario lavoro come musicista

Fin dalla prima edizione nel 2018, il festival avuto come finalità l’aggregazione di un pubblico già presente e attento ai fatti artistici e culturali ma ha lavorato sempre per l’implementazione e il consolidamento di uno nuovo, in particolare nella fascia tra i sedici e i trent’anni; inoltre da tempo la comunicazione della proposta pone attenzione a spettatori extralocali. È del 2022 la scelta di intitolare il festival a Gian Carlo Menotti, uno dei più importanti musicisti e compositori d’opera del secolo scorso, nato nel 1911 nel territorio della provincia, a Cadegliano Viconago. Ogni anno uno o più eventi sono a lui dedicati per valorizzare, non solo a livello locale dove è poco conosciuto, la sua vicenda umana e artistica, il suo straordinario lavoro come musicista, librettista e regista, oltre che di grande ideatore per tanti decenni del “Festival dei due mondi di Spoleto”.

Tre artisti d’eccellenza

All’interno della programmazione si darà spazio ad altri tre artisti di eccellenza che hanno reso grande il nome della cultura italiana nel mondo: nel caso di Dario Fo con il progetto Festival dei Mezaràt, anteprima che si propone di valorizzare e promuovere la figura e le attività artistiche del grande teatrante e premio Nobel nel territorio dove l’artista è nato, una storia artistica e umana che rappresenta un patrimonio di valore internazionale. L’inaugurazione del festival avverrà infatti domani, venerdì 10 maggio, nella sala convegni di Villa Recalcati con il libro “Al principio di fu Pio Rame” di Laura Fusaro, che alle 18.30 verrà presentato, con la partecipazione di Dario Pirovano, dal giornalista Diego Pisati.
Altro focus sarà dedicato a Giacomo Puccini, a cento anni dalla sua morte, per ricordare il grande maestro che nella provincia di Varese soggiornava. Venne infatti spesso in visita a Viggiù su invito di Renato Simoni, celebre giornalista e librettista nonché coautore insieme a Giuseppe Adami del libretto della “Turandot”, in scena ai Giardini Estensi con il Coro dell’Opera di Parma il 30 agosto (mentre l’8 il Grand Hotel Campo dei Fiori ospiterà “La Bohème”): diverse testimonianze viggiutesi raccontano che il Puccini, all’epoca, stava lavorando a quell’opera e proprio a Viggiù si accinse a comporne alcune parti.
Nel 1924 ci lasciava anche Eleonora Duse, la più grande attrice teatrale di tutti i tempi, una grande sperimentatrice e innovatrice, oltre che una figura tra le più rappresentative del panorama artistico e intellettuale del periodo tra fine Ottocento e inizio Novecento: sarà ricordata nella lectio magistralis “Eleonora, Gabriele, Giacomo – Duse, D’Annunzio, Puccini” tenuta dallo storico Stefano Bruno Galli venerdì 21 giugno alle 18.30 a Villa Recalcati e in occasione della trentaseiesima “Notte dei Poeti” in programma sabato 10 agosto alle 22 a Villa Toeplitz.

Dieci anni di Orchestra Canova e l’estetica liberty

Il Varese Estense Festival Menotti sarà anche l’occasione per festeggiare dieci anni dell’Orchestra Canova diretta dal maestro Saverio Pagano con tre date dal vivo: a Villa Toeplitz il 15 giugno alle 18 con pagine di Mozart e Bach, il 28 giugno alla chiesa di Santo Stefano a Velate insieme al coro Josquin Desprez alle 21 con musiche di Palestrina, Bruckner, Fauré e Menotti, e ancora a Villa Toeplitz, il 13 luglio alle 18, insiema alla fisarmonica di Simone Zanchini con brani di Piazzolla e Morricone.
Il progetto culturale che sottende l’iniziativa del festival si pone come obiettivo primario che i Giardini e il Palazzo Estensi tornino a vivere come cuore culturale pulsante della città e che la loro attrattiva nei confronti del turismo estivo sia potenziata attraverso la bellezza del luogo abbinata alla proposta artistica: Giacomo Leopardi, facendo loro riferimento, definì Varese “la piccola Versailles di Milano”.
Dall’edizione 2022 gli orizzonti sono stati allargati verso altre location di preziosa bellezza e importanza storico-artistica in città – Villa Recalcati, la basilica di Varese, Villa Toeplitz, la chiesa di Santo Stefano di Velate – e, da quest’anno, nel territorio provinciale, seguendo l’estetica dello stile liberty con il Teatro Sociale e Palazzo Verbania di Luino, le ville e il cimitero di Viggiù.

Giovani sul palco

Tutti gli anni viene inoltre dedicato un focus dedicato a tematiche sociali e diritto della persona a cura Maria Grazia Ragni, che nel 2024 vedrà in scena “Il sugo della storia”: «Un modo alternativo di raccontare “I promessi sposi” e uno spettacolo didattico – ha spiegato la regista Sophie Manuzzato – con una visione differente per mettere in evidenza argomenti come bullismo, immigrazione e violenza di genere. In particolare i ricavi guadagnati con la rappresentazione saranno devoluti all’associazione Eos». Ragazzi sul palco anche con il dramma per musica “L’incoronazione di Poppea”, martedì 4 giugno 21 al Salone Estense e “The secret love life of Ophelia”.
«Mi spiace molto che non siano stati rilevati aspetti importanti di questo progetto – ha dichiarato in conclusione Nardi riguardo al Comune, che ha concesso gli spazi in uso gratuito ma con cui non c’è stato partenariato – come i numeri, la storicità e il fatto che presenteremo la nostra “Tosca” al Teatro Lirico di Milano. La cultura parte dal basso, da un’esigenza della cittadinanza, della massa, del popolo. Se viene imposta dall’alto sfama e dà visibilità, ma non nutre. E in questo momento abbiamo bisogno di crescita umana: è importante portare i grandi eventi, ma se a latere vengono sostenute anche le piccole realtà che partono dai giovani e dal territorio».

menotti fo puccini duse – MALPENSA24