Vaccini in Lombardia: immunità di gregge a un passo. Si programma la terza dose

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MILANO – La soglia dell’immunità di gregge, ovvero il 73%, la Lombardia la raggiungerà prima della fine di agosto. «Ma il nostro obiettivo è arrivare a vaccinare tutti i 9 milioni di lombardi che ne hanno diritto. O meglio, siamo organizzati e pronti per poter arrivare a quel traguardo». A disegnare il quadro della campagna vaccinale in Lombardia è Marco Magrini, dirigente di Ats Insubria e braccio operativo del commissario per la campagna vaccinale di Regione Guido Bertolaso.

marco magrini

«Il commissario – spiega Magrini – in questo momento continua a supervisionare l’attività, partecipa alle decisioni strategiche che vengono messe a punto in maniera coordinata dall’Unità di Crisi diretta dall’assessorato al Welfare con il vicepresidente Letizia Moratti. La quale sta svolgendo un ruolo fondamentale di regia e coordinamento con il ministero. Aspetto, quest’ultimo, strategico per riuscire a declinare in maniera rapida sul nostro territorio le direttive governative».

Pronti a vaccinare 9 milioni di lombardi

L’obiettivo massimo fissato è quello di somministrare vaccinazioni contro il Covid ai 9 milioni di lombardi che hanno diritto. Traguardo che però deve fare la tara dei no-vax, e di coloro che sceglieranno di non vaccinarsi. «La macchina che Regione Lombardia ha messo a punto – ha spiegato Magrini – è stata tarata per poter soddisfare quel numero di persone. Durante il mese d’agosto gli hub non andranno in vacanza. Anzi, se si escludono i giorni a cavallo di Ferragosto, quando l’attività di riduce anche sulla base delle prenotazioni, in tutti gli altri l’attività procederà sugli standard previsti». Tanto che prima della fine del mese Regione Lombardia arriverà al 73% della popolazione vaccinata, ovvero la soglia dell’immunità di gregge.

12 settembre: lo spartiacque

Sul calendario di Magrini il 12 settembre è segnato con un cerchiolino rosso. Non a caso: «È la data in cui termineremo la campagna vaccinale sulla prenotazione delle prime dosi. Ma è anche il giorno che precede l’apertura delle scuole. Un giorno importante: in primo luogo perché abbiamo lavorato per far rientrare i ragazzi in aula in piena sicurezza. Per gli studenti under 18 abbiamo predisposto agende specifiche e gli insegnanti possono vaccinarsi in tutti i centri vaccinali anche senza prenotazioni. Inoltre insieme ai rettori delle università lombarde stiamo mettendo a punto la campagna vaccinale per gli universitari, anche per quelli non residenti in Lombardia. Questo per dare la possibilità di avere il green pass, necessario per poter poi accedere ai convitti».

Non solo. «Con la chiusura delle prime dosi – continua Magrini – potremo programmare il secondo richiamo anche sulla base degli hub vaccinali di massa che rimarranno operativi. Non tutti quelli attivi in Lombardia continueranno a funzionare, alcuni verranno chiusi. La deadline della prima dose ci permette così di programmare il secondo richiamo, ma anche di iniziare a ragione e programmare l’eventuale terza dose».

La terza dose

Ci sono Paesi come Israele che hanno già avviato la terza fase della campagna vaccinale e altri come Inghilterra e Germania che si apprestano a farlo. «Al momento – continua Magrini – non abbiamo avuto indicazioni ministeriali. Logico però iniziare a programmare. C’è un’ipotesi di lavoro regionale che tiene in considerazione anche le riflessioni messe sul tavolo delle varie Ats. Mancano però alcuni elementi fondamentali per mettere a punto il piano. Ad esempio, nel caso in cui si dovrà fare, chi la somministrerà? I medici di medicina generale? Le farmacie? Le imprese? Oppure centri vaccinali misti: ovvero hub più piccoli rispetto agli attuali. E di quelli oggi attivi, quali rimarranno a disposizione? Questo per dire che, siccome ragioniamo su un termine di grandezza di 9 milioni di persone, è impensabile scaricare l’intera campagna solo su medici di base o farmacie. Senza dimenticare il tema della vaccinazione antinfluenzale».

Un sistema quasi perfetto che va rimodulato

La capacità di vaccinare dalle 80 mila alle 12o mila persone al giorno in base alla disponibilità di vaccino, ma anche i dati lombardi dei vaccinati che da tempo sono i più alti rispetto alle regione italiane, sono la prova tangibile che la macchina messa a punto marcia ormai da mesi senza perdere un colpo. C’è però un parametro che rende in maniera perfetta l’efficienza del sistema vaccinale della Lombardia: lo scostamento tra dosi quotidiane a disposizione e dosi somministrate è davvero ridotto a poche centinaia di unità.

«Questo dimostra due cose importanti – sottolinea Magrini – la prima è che i nostri hub riescono ad avere una capacità vaccinale identica al quantitativo di vaccini a disposizione. Se quest’ultimo aumenta crescono in maniera identica anche le vaccinazioni somministrate. La seconda è la programmazione calibrata quasi alla perfezione. Certo, viaggiano sul filo del rasoio, nel senso che una mancata fornitura potrebbe compromettere un giorno di lavoro. Ma tutti insieme abbiamo deciso di correre questo rischio per arrivare a vaccinare più persone possibili nel minor tempo possibile».