Contro i vandali di Busto non possono bastare fototrappole e buona sorte

busto vandali antonelli

BUSTO ARSIZIO – Forse davvero la città di Busto Arsizio è diventata una giungla. E forse per questo l’assessore alla sicurezza Massimo Rogora ha pensato alle fototrappole per cogliere in flagrante i vandali. Fototrappole e fortuna. Che serve in buona dose per uscire vivo da una giungla, ma anche per “tirar fuori” da quegli apparecchi un’immagine che possa davvero funzionare come prova schiacciante.

Sui tempi di reazione, a fronte di quello che è diventato un problema da affrontare di petto, non si discute: rapidi, tempestivi e necessari. Semmai i dubbi sono sull’efficacia del rimedio tecnologico individuato. Perplessità che tra l’altra lascia trasparire anche Rogora stesso. Il quale, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano “La Prealpina” dice che non è detto che basti disseminare la città di queste apparecchiature. Che fanno il paio con le rete di videosorveglianza. Insomma, d’accordo che Busto è la città che ha dato vita a un pregevole festival dedicato ai film, ma arrivare a pensare che per sconfiggere la piaga dell’inciviltà occorrano telecamere e speciali macchine fotografiche è roba che si vede solo al cinema.

Già, perché al momento, se si escludono le (giuste e condivisibili) dichiarazioni di guerra del sindaco affidate a Facebook contro vandali, vandalismi e scempi e le fototrappole dell’assessore Rogora, non ci sono altre risposte in campo. Che a fronte di un’epidemia d’inciviltà, che fa del centro di Busto, e non solo del centro, una specie di terra di nessuno dove ognuno può lordare, devastare e accanirsi su ciò che incontra sulla propria strada, dovrebbero essere pensate, articolate e derivanti da un lavoro di squadra che coinvolge l’intera amministrazione: dall’Antonelli furioso che posta la sua rabbia, al consigliere che condivide il post del primo cittadino in segno di condanna. Passando per gli assessori. Tutti. I quali, oltre che sul carnevale, sul centenario della Pro Patria o su qualsiasi altro evento pensato e organizzato a più mani, dovrebbero mettere in campo le rispettive competenze per trovare una strategia comune contro chi si fa beffe della città e di chi si impegna per renderla più sicura, più bella, vivibile, socialmente attente, culturalmente elevata, urbanisticamente moderna. Sinergie. Ma anche energie. E soprattutto idee capaci di arrivare al cuore dei giovani, ma anche di accendere anche quel lume di ragione e senso di rispetto che in molti cittadini, non tutti per fortuna, sembra ormai spento da tempo.

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