Varese, Anpi e sindaco al prefetto: «Non sottovalutare i riti macabri dei Do.Ra.»

I Do.Ra. con il loro leader Alessandro Limido (a sinistra)

VARESE – Il “contro Ottobre di sangue varesino” celebrato nella sede dei Do.Ra. ad Azzate, il giorno prima della commemorazione ufficiale avvenuta ieri (domenica 22 ottobre) in città ha mosso il forte disappunto dell’Anpi cittadino guidato da Rocco Cordì e del sindaco Davide Galimberti.

Cordì e Galimberti, alla luce di quanto avvenuto nella sede della Comunità militante dei dodici raggi hanno scritto al prefetto di Varese Salvatore Pasquariello per chiedere «di non sottovalutare la portata di tali gesti cinici e indegni e di fare tutto il necessario per mettere gli autori in condizione di non nuocere».

La lettera al prefetto

Abbiamo appreso che nel giorno in cui a Varese abbiamo ricordato i caduti per la libertà dell’ottobre 1944, i fascisti di Do.Ra. si sono esibiti in uno dei loro abituali riti macabri. Nel ringraziarLa per la Sua attiva partecipazione alle iniziative promosse per ricordare i giovani e giovanissimi che, anche a costo della vita, si batterono per ridare all’Italia la dignità perduta e conquistare libertà, democrazia, giustizia sociale, esprimiamo la nostra più profonda indignazione per il ripetersi di atti compiuti in aperta violazione della legge e gravemente offensivi nei confronti dei partigiani caduti per la Libertà.

La “vittoria repubblicana” di cui farneticano costoro fu in realtà la barbara uccisione di tanti giovani che combatterono il regime fascista che, con la complicità della Monarchia, aveva soppresso la democrazia, varato le leggi razziali e trascinato l’Italia nel baratro della guerra.

Va ancora una volta ricordato che la “Repubblica” vantata dai Do. Ra e dai loro accoliti, e il suo governo fantoccio di Salò pose i fascisti al servizio dei nazisti. Un asservimento tragico fatto di persecuzioni, rastrellamenti, torture e uccisioni degli oppositori e di stragi orrende compiute contro la popolazione civile, fino all’infamia della deportazione nei campi di concentramento degli ebrei e dei militari che rifiutarono il loro ricatto.

Agli autori di tante provocazioni va ricordato che la stessa libertà di opinione, spesso invocata nei tribunali per attenuare la violazione delle leggi che vietano, la ricostituzione del partito fascista “sotto qualsiasi forma”, è esattamente l’opposto dei loro macabri riti fondate sull’esaltazione delle
nefandezze del nazifascismo. Chiediamo pertanto a Lei e alle autorità preposte di non sottovalutare la portata di tali gesti cinici e indegni e di fare tutto il necessario per mettere gli autori in condizione di non nuocere.

varese Anpi do.ra. – MALPENSA24