Il maresciallo eroe offeso sui social. Il sindaco di Lonate gli chiede scusa

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Luca Barisonzi, maresciallo degli Alpini

LONATE POZZOLO – «Voglio iniziare chiedendo scusa a Luca e alle persone come lui per alcune parole pubblicate sui social da un piccolissimo gruppo di cittadini. Parole lontane dal mio pensiero e da quello dei lonatesi, che ammirano e apprezzano i valori che sei venuto a raccontarci: della patria, dello Stato, della difesa della democrazia». Il sindaco Elena Carraro ha aperto così l’incontro con Luca Barisonzi, maresciallo degli Alpini rimasto ferito nel 2011 in un attentato in Afghanistan che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. E che ora racconta la sua storia nel libro La patria chiamò, nel corso di un tour che ieri – 22 ottobre – ha fatto tappa a Lonate Pozzolo.

«Una storia toccante»

L’incontro è stato però criticato sui social da alcuni cittadini, il riferimento va a una nota pagina anonima su Facebook che guarda ad ambienti di sinistra. Al punto che il primo cittadino ha voluto fin da subito smorzare le polemiche con delle «scuse» a inizio presentazione. «Un grazie da parte mia e di tutta l’amministrazione va a Luca, persona speciale che è venuto a raccontare la sua vita. Una vita spesa per la patria, per dare una speranza al popolo afgano per garantire alle donne diritti per noi basilari», ha detto il sindaco. Dall’attentato, la vita dell’alpino «è cambiata in modo radicale» e «anche in questo momento storico possiamo vedere come la democrazia sia un valore da proteggere e salvaguardare, in ogni paese del mondo». E ancora: «Una bellissima testimonianza», aggiunge. «Ha raccontato la sua toccante storia di vita. Ricca di passione, emozioni, valori e attaccamento alla patria». Di più: «Ha dato spunto, in ognuno di noi, a delle riflessioni». L’evento è stato organizzato dal gruppo Alpini di Lonate Pozzolo, con il supporto del presidente dell’associazione Alpini di Varese, Franco Montalto. A fare a sfondo, l’atmosfera creata dal coro Penna Nera di Gallarate.

Dall’attentato alle conquiste personali

Classe 1990, insignito della Croce d’Argento al Merito dell’Esercito, Barisonzi ha fatto parte del contingente italiano in Afghanistan. Ma durante la missione vicino Herat, un terrorista fa fuoco e lo colpisce lesionando una vertebra cervicale e una toracica. E lo costringe sulla sedia rotelle. L’impegno nella riabilitazione, con cure a Milano e poi in Svizzera, hanno portato il primo maresciallo a ottenere un grado sufficiente di autonomia: un lungo e faticoso percorso che è stato raccolto nel suo libro. Al suo interno, esperienze e obiettivi che lo hanno condotto a grandi risultati nonostante la disabilità. Come la scalata fino al Rifugio Capanna Regina Margherita con una carrozzina cingolata, a oltre 4mila metri d’altezza sul Monte Rosa.

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