A Varese Archeofilm tutto esaurito per i pirati, in arrivo mostra sulle esplorazioni

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Katia Visconti e Marco Castiglioni sul palco della Sala Montanari

VARESE – Nella serata di ieri, mercoledì 6 settembre, il festival Varese Archeofilm si è aperto in una Sala Montanari completamente esaurita con “La vera storia della pirateria” di Stéphane Begoin, filmato dedicato all’opera di un gruppo di archeologi che hanno concentrato le loro ricerche su luoghi inusuali come l’Oceano Indiano e l’isola di Saint-Marie. Per Katia Visconti, docente dell’Università dell’Insubria ospite dell’evento, «un docufilm con il rigore metodologico dello storico, che sfata luoghi comuni ma anche gli stereotipi romantici diffusi a partire dalla letteratura ottocentesca, andando dall’“Isola del tesoro” di Louis Stevenson ai giorni nostri con il capitano Jack Sparrow interpretato da Johnny Depp».

Un fenomeno da sempre sfruttato dai governi

«È stata la storia di uomini che sognavamo la fortuna ma spesso incontravano la miseria» ha commentato Visconti riguardo a un fenomeno che ha avuto una durata relativamente breve, alcuni decenni tra la fine del sedicesimo secolo e l’inizio del diciassettesimo con la nascita di un mercato nero di merci rubate che raggiungeva, dal Madagascar, la costa est del Nord America e che ha interessato, oltre ai Caraibi, le coste africane, la Cina e l’estremo Oriente. «Il docufilm mostra innanzitutto come oggi l’approccio dello storico non debba funzionare per compartimenti stagni ma basarsi sulla multidisciplinarietà: nel tentativo di ricostruire è necessario anche l’apporto di altri soggetti scientifici come storici militari, sociali e antropologi. E mostra anche in questo caso come la pirateria, in realtà esistente da che l’uomo solca il mare, sia stata sempre sfruttata dai governi per ragioni geopolitiche: per creare danni economici alle potenze rivali o per acquisire vantaggi di altro tipo, come nel caso della Cina che, contrastandola nell’area di Gibuti, ha conquistato posizioni strategiche.

Il ruolo dello storico

«Il mio corso si chiama “Storia e storie del mondo contemporaneo”, ma forse sarebbero stati meglio i corrispondenti termini inglesi, “history and stories”», ha aggiunto Visconti sul ruolo dello storico, che oggi «deve essere trasversale, multidisciplinare e saper rispondere agli stimoli della contemporaneità e dell’industria culturale. Ben venga anche il Web, purché accompagnato da un’adeguata formazione sulla comunicazione». Ricordando che, ha sottolineato dialogando con Marco Castiglioni, che insieme alla giornalista Giulia Pruneti ha presentato la serata, «occorre uscire dai paletti e non ragionare solo da un punto di vista eurocentrico. Tende a inserire i fenomeni su un unico binario, frutto di un sistema alimentato dagli europei fin dall’epoca moderna per formare il mondo a propria immagine; il progresso è arrivato dall’Europa, che poi ha cercato di esportarlo ovunque».

La lotta per riavere il carro di Monteleone

Anche nel secondo filmato “L’anello di Grace” riflettori accesi sul trafugamento di oggetti preziosi con una narrazione strutturata quasi in forma di inchiesta che ruota intorno al carro greco arcaico rinvenuto nell’Ottocento a Monteleone e finito in possesso del Metropolitan Museum di New York. L’unica biga in grado di offrire “una lettura completa e unitaria” della saga di Achille ritratta sulle sue superfici, misteriosamente scomparsa e riapparsa nel 1903 nella Grande Mela. Il documentario di Dario Prosperini racconta gli sforzi degli italiani per riaverla indietro, a partire da un primo tentativo dell’avvocato Tito Mazzetta che ha però ricevuto dalle autorità reazioni tiepide, ed è stato accompagnato dalla scoperta dell’inerzia dei governi e ministri che in oltre un secolo non hanno mai avanzato richieste di restituzione. Una seconda possibilità è arrivata grazie allo storico Guglielmo Berattino che, analizzando la corrispondenza d’epoca, ha svelato un giro tutto “made in Italy” di vendite false con protagonista il conte Luigi Palma di Cesola: oggi è quindi possibile, documenti in mano, un dialogo proficuo per il ritorno del reperto, immaginando magari una sua destinazione al museo etrusco di Villa Giulia.

Giulia Pruneti e Castiglioni

“Incontri di mondi lontani” al Museo Castiglioni

L’inaugurazione di Varese Archeofilm 2023, alla quale era presente l’assessore alla Cultura Enzo Laforgia, è stata anche l’occasione per annunciare la prossima mostra al Museo Castiglioni, prevista per dicembre: si tratta di “Incontri di mondi lontani” dedicata agli esploratori e viaggiatori italiani del passato che si avvarrà anche del contributo, in forma di antiche mappe, del Museo degli Studi Patri di Gallarate guidato da Massimo Palazzi. Un’esposizione dove – ha spiegato Castiglioni – saranno presenti più di centocinquanta reperti della cultura africana e aggiornamenti sulle ricerche compiute del Deserto Orientale e sugli scavi ad Adulis. «L’arco di tempo coperto nel raccontare le imprese italiane spazierà dall’Ottocento a quelle di mio padre e mio zio, probabilmente gli ultimi a realizzarle nelle modalità “romantiche” degli esploratori del secolo precedente, ma allo stesso tempo secondo un punto di vista non più eurocentrico nell’incontro con altre culture, lontane ma comunque considerate degne di rispetto. Con l’auspicabile sviluppo a Varese di un futuro museo delle esplorazioni».

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