Varese, aumentano i casi di violenza sulle donne. In questura uno spazio d’ascolto

varese questura violenza donne

VARESE – Violenza sulle donne: nei primi 9 mesi dell’anno i numeri sono in aumento rispetto al 2019. Ma ora c’è un punto di riferimento in più sul territorio per combattere questa piaga sociale, che spesso si annida tra le mura domestiche e non sempre emerge come dovrebbe per venire sconfitta.

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Si tratta di una sala completamente dedicata all’ascolto delle vittime dei reati di genere, ricavata al primo piano della questura e curata in ogni minimo dettagli al punto da non sembrare nemmeno un ex ufficio di polizia. Battezzata Monnalisa questo spazio agevolerà le audizioni protette di chi ha subito reati odiosi e vorrà raccontarli per porre fine all’inferno. A inaugurare la struttura c’erano il questore Giovanni Pepè, la dirigente dell’Anticrime Angela De Santis, il procuratore generale Daniela Borgonovo e Alfredo e Lella Ambrosetti, i quali che hanno sostenuto e finanziato il progetto per la riqualificazione della stanza, progettata dall’architetto Elisabetta Cortesi.

La soddisfazione del questore

«I Maltrattamenti sono ancora più difficili da far emergere quando avvengono nel contesto familiare, con il carico di umiliazione e mortificazione che questi comportano – ha aggiunto Borgonovo – Fondamentale per contrastare il fenomeno è stimolare la fiducia delle donne nella capacità delle forze dell’ordine di ascoltare e di agire».

Alfredo e Lella Ambrosetti hanno invece spiegato che «aiutare le forze dell’ordine ad avere gli strumenti per poter fare al meglio il proprio dovere è importante in questi momenti in cui hanno qualche difficoltà finanziaria. E se oggi la città e il territorio possono contare su questo spazio è anche grazie a al questore Pepé e alla dirigente De Santis che hanno accolto la nostra volontà di sostenere l’iniziativa rendendo semplice la realizzazione dell’idea iniziale».

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Numeri che preoccupano

Le attività investigative della Questura di Varese su reati di violenza contro le donne sono stati 21 nel 2019 e sono 13 nei primi 9 mesi del 2020. Nel 2019 l’attività di contrasto alla violenza sulle donne svoltain provincia di Varese dalla Polizia inoltre aveva portato a 34 ammonimenti (provvedimenti amministrativi contro gli aggressori) e allo stesso numero si è già arrivati dopo i primi 9 mesi del 2020.

Alla cerimonia hanno partecipato anche agenti e ufficiali che operano sul campo. «Siamo qui in tre a rappresentare  una squadra compatta che in Questura lavora per contrastare la violenza contro le donne – spiega Angela De Santis, dirigente della divisione anticrimine – Siamo subito operativi, ai primi segnali di percosse interveniamo con l’ammonimento, un provvedimento amministrativo con precise conseguenze sul maltrattante e che costituisce la base per successive indagini».

«Non esiste un profilo del maltrattante, può essere chiunque a prescindere dal grado di istruzione e dalla condizione economica, sociale o lavorativa – precisa Silvia Passoni, dirigente della squadra mobile – Nessuna violenza è meritata e tutte vanno denunciate, senza vergogna». Francesco Pino, dirigente delle volanti ha poi spiegato che «quando interveniamo sul posto spesso la situazione appare calma, ma siamo consapevoli che lontane dal contesto in cui si è consumata, o magari viene reiterata la violenza, le vittime sono più portate a raccontare quanto accaduto».

A marzo la Questura di Varese ha stipulato un protocollo con la cooperativa Dorian Gray che con i suoi psicologi segue i maltrattanti per recuperarli e contribuire così a interrompere la catena di atti vessatori da loro perpetrati.

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