Varese, crack La Quiete: «Giudice incompatibile». Slitta il processo

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VARESE – Crack La Quiete: presentata eccezione di incompatibilità nei confronti del Gup del Tribunale di Varese Alessandro Chionna. Il processo slitta al prossimo 21 febbraio. A chiedere un passo indietro del giudice per l’udienza preliminare è stato Sandro Polita, uno dei cinque imputati, che difeso dall’avvocato Ivano Chiesa, ha rilevato come il Gup Chionna abbia già avuto un ruolo nell’inchiesta per la turbativa d’asta che in passato aveva interessato sempre la Quiete.

Di qui il rinvio: il 21 febbraio la riserva sarà sciolta. Un nodo non semplice: con le dimissioni del giudice Giuseppe Battarino e il prossimo trasferimento a Busto del gip Anna Giorgetti, di fatto il Tribunale di Varese non ha grandi possibilità di sostituzione nel caso l’eccezione fosse accolta. Smentite per ora le voci di un possibile patteggiamento di Polita.

Processo 11 anni dopo l’inchiesta

L’affaire La Quiete torna in Tribunale 11 anni dopo l’inizio delle indagini. Il primo processo, va ricordato, era stato annullato. Nel frattempo i capi di imputazione si sono di molto ridotti: dei 25 contestati a Sandro Polita 23 sono stati archiviati con la formula più ampia in quanto le perizie dell’attivo, all’interno degli atti dell’inchiesta, sarebbero superiori al passivo . Restano in piedi alcuni episodi di presunta bancarotta fraudolenta. Lo stato passivo del gruppo è stato stimato, dal pubblico ministero Luca Petrucci, intorno ai 40milioni di euro con un buco presunto di circa 13 milioni di euro. I coinvolti negano di fatto ogni addebito. 

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