Cruciani, l’abbraccio del suo popolo a Varese. I selfie con Nevio e Siffredi

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Giuseppe Cruciani

VARESE – È dissacrante, è fuori dagli schemi, è senza filtri. È Giuseppe Cruciani e la sua battaglia «per la libertà». Uno stile di vita, quello del conduttore de “La Zanzara“. Che ieri sera – 14 maggio – ha portato trasgressione e provocazione sul palco del Teatro di Varese, accolto da un pubblico in delirio per la tappa in città di “Via Crux”.

Tra gli ospiti in platea, anche personaggi che non sono certo noti per essere frequentatori di teatri. Ma se sul palco c’è un ribelle come Cruciani, allora eccoli lì a godersi lo show, prendersi gli applausi e prestare i propri volti per un selfie con i fan. Sono Filippo Champagne e il suo socio Nevio Lo Stirato. Oppure il pornodivo più famoso di sempre, Rocco Siffredi, seduto poco distante dal produttore dello spettacolo, Paolo Ruffini. Che, invece, i teatri li conosce bene. E per questo motivo ha avuto l’intuizione di portare la Zanzara in un luogo che è il simbolo di libertà per eccellenza, come insegnava Giorgio Gaber mezzo secolo fa, quando abbandonò la tv perché, raccontava già allora, «mi stavano strette le sue limitazioni di censura, di linguaggio, di espressività». Proprio quello per cui combatte Cruciani, seppur in modo alquanto differente.

Una mazza da baseball per Cruciani

Ci si aspetta di tutto da uno spettacolo di Cruciani. E va bene così: il personaggio è ben noto per i suoi modi diretti e il linguaggio tagliente. Il conduttore e giornalista romano ha portato in scena uno show per demolire il politicamente corretto che tiene un po’ tutti in scacco al giorno d’oggi. Ma non Cruciani. Una critica sociale a 360 gradi nel segno di un unico, grande valore: «La libertà». A partire dal modo di comunicare: «Le parole sono libertà, cassarle è una tirannia». Nel mirino ci sono le formule e i simboli che sono utilizzati nel segno dell’inclusività, su tutti schwa e asterischi: «Il male assoluto, sono lo stupro della lingua italiana». E visto che i mezzi termini non fanno per il conduttore della Zanzara, si è armato di mazza da baseball per distruggere le gigantografie dei due simboli. E qui, gli applausi dalla platea.

Il politicamente (s)corretto

Ma fosse solo la lingua italiana il problema. Incalzato dai messaggi provocatori del socio David Parenzo, Cruciani si è lanciato in un attacco esteso ai temi più attuali, i più discussi, quelli che possono facilmente innescare polemiche. Come la cancel culture, le micro-aggressioni e quei termini che sono considerati offensivi («La dittatura del linguaggio»). Di più: il sessismo, l’immigrazione, le comunità Lgbtq+, la rivoluzione green e l’ambientalismo («Una nuova religione, una setta»). Quindi la prostituzione, il fascismo e l’anti-fascismo. E così via.

Argomenti che spesso portano a scontri e che dal palco sono stati affrontati da “Crux” attraverso interventi – in videomessaggi – di varie personalità della stampa e dello spettacolo. Come la linguista Vera Gheno, il giornalista Mario Adinolfi o Annarita Briganti (presente in sala). Ma anche il fondatore del quotidiano Libero e oggi consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Lombardia, Vittorio Feltri, considerato da Cruciani «un partigiano del politicamente scorretto».

La critica a Salvini

La politica, poi, è spesso centrale negli sfoghi di ribellione del conduttore. Nel mirino ieri c’era Matteo Salvini, ritratto in una vecchia foto insieme a Cruciani e alla transessuale Efe Bal. Il riferimento va alla battaglia che il leader leghista in passato ha condotto per legalizzare la prostituzione. Salvo poi cambiare strategia: «Successivamente ha invece cominciato a fare discorsi sventolando rosari», l’affondo. «Come possiamo andare avanti con persone che cambiano idea in questo modo? Dove vogliamo andare?».
Insomma, una guerra contro il politicamente corretto, le sue sfumature e un mondo che sta cambiando in fretta. E che per Cruciani si risolve in una presa di coscienza personale: «Sono solo un uomo reale e concreto».

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