Gallarate, Ghini e Ruffini: «Anche i disabili hanno diritto di essere stronzi»

Gallarate paolo Ruffini massimo ghini

GALLARATE – Bandito il sentimento della pietà, intesa come una forma ipocrita di creare una diversità che invece deve essere vissuta come arricchimento e non privazione. E’ questa la lezione di Paolo Ruffini che per la seconda volta porta al teatro Condominio di Gallarate il tema della disabilità con una sensibilità unica e fuori dagli schemi. Nel 2018 con “Up & Down” recitava sul palco insieme a cinque ragazzi down più un ragazzo autistico, ieri 6 febbraio con “Quasi amici” ha reinterpretato al fianco di Massimo Ghini lo straordinario film francese del 2011 diretto da Olivier Nakach.

Senza tradirlo  

E’ proprio l’attore romano a spiegare come provare a rendere ancora più bello un capolavoro cinematografico campione d’incassi in tutto il mondo. «Non tradendolo», spiega Ghini. «Mantenendo il cuore di questa narrazione. Rappresentiamo il ricco e il povero, l’intelligente e l’ignorante, il colto e il maleducato, che invece di scontrarsi si fondono e ognuno regala qualcosa all’altro che lo aiuta a essere diverso e cambiarsi. Noi sapevamo che molti tra i presenti in sala hanno visto il film, ci hanno detto che non si sono sentiti traditi e anzi hanno trovato stimoli nuovi». 

Gallarate paolo Ruffini massimo ghini

Applausi in sala 

A giudicare dagli applausi in sala, il numeroso pubblico di Gallarate (lo spettacolo era sold out da giorni) ha gradito la conversione teatrale di “Quasi amici” e il lavoro culturale che Ruffini porta avanti da anni mostrando la disabilità senza forzature ma con naturalezza, facendo pensare e divertire nello stesso istante. «Il protagonista di questo spettacolo è un disabile che sa essere un po’ stronzo, perché anche un disabile ha diritto di esserlo. E così di essere libero». Guarda l’intervista:

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