Fondazione Comunitaria del Varesotto: i conti non tornano. S’è dimesso mezzo Cda

VARESE – Cosa sta succedendo dentro la Fondazione Comunitaria del Varesotto? Questa domanda in tanti e da tempo se la stanno ponendo. Con discrezione, perché stiamo parlando di una realtà che in maniera concreta ha dimostrato di essere al fianco di associazioni e realtà del territorio sostenendo progetti che in altro modo difficilmente si sarebbero realizzati. Però, i conti non tornano e i problemi ci sono.

La frattura

Il consiglio di amministrazione, infatti, mai come quello ancora in carica, è letteralmente spaccato in due fazioni in merito all’operato di Luca Galli che si è dimesso da presidente dell’Ente nel luglio 2017 e che attualmente fa parte come membro del consiglio di amministrazione. Frattura che si è manifestata in maniera plastica qualche settimana fa in una tesissima riunione dello consiglio di amministrazione, quando al termine una parte dei consiglieri ha messo sul tavolo le proprie dimissioni. Quanti? C’è chi dice ben 6. Ma andiamo con ordine.

Fondazione Comunitaria del Varesotto per missione e quattrini investiti sul territorio è una realtà che ha davvero pochi eguali. Rispetto alla quale nessuno ha qualcosa da eccepire. Se non che nella relazione del presidente Ampollini che risale a fine 2023 e dalla quale emergono grosse preoccupazioni per “una svalutazione complessiva del patrimonio” che sfiorerebbe i 5 milioni di euro. In parte “mitigata”. A monte di questi numeri ci sarebbero svalutazioni relative alle Azioni, alle Altre immobilizzazioni finanziarie e a Obbligazioni dall’andamento, diciamo, non certo brillante. Insomma, nessuno più nega che ci siano situazioni spinose. Evidenziate nella relazione di cui sopra e a questo punto certificate dalle dimissioni. Che alimentano voci di querele, che, se confermate, non farebbero altro che avvalorare il caos societario.

La questione Teatro Sociale

E senza dimenticare un’altra grana non del tutto scollegata al quadro generale, ovvero la questione del Teatro Sociale di Busto, bene acquistato nel 2014 da Fondazione Comunitaria del Varesotto. E attualmente chiuso non solo per questioni strutturali (piove all’interno). In piazza Plebiscito a Busto Arsizio, infatti, si racconta che il sipario sia stato abbassato perché non c’è più un ghello per gestire la struttura, ma anche per pagare le compagnie teatrali. Un contesto che ha creato seri problemi logistici per gli spettacoli già in cartellone e rispetto al quale Palazzo Gilardoni non si è ancora espresso.

E’ evidente che se da un lato il tema viaggia in sordina, dall’altro tiene in tanti sulle spine. Poiché il ruolo strategico in ambito sociale, culturale e scientifico della Fondazione non è in discussione. E non è nemmeno semplice fare breccia e scucire informazioni. Quel che invece possiamo porre a questo punto è una domanda cruciale sotto tutti i punti di vista, anche rispetto al futuro di Fo.Co.Va. Ovvero: quali saranno le decisioni dei due principali azionisti, cioè Fondazione Cariplo e Provincia di Varese, per fare chiarezza, sgomberare il Dna di un ente benefico da ogni ombra e ripartire con rinnovato slancio?

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