Varese, con il lockdown consumi indietro di 20 anni. Resiste solo l’alimentare

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VARESE – In testa carne (oltre 95 euro mensili), pane e cereali (75 euro), ma anche vegetali (62 euro) e frutta (43 euro): è il “carrello della spesa” medio dei consumatori del Varesotto, in cui rientrano ogni mese anche latte, formaggi e uova (quasi 60 euro), zucchero, miele, cioccolato e dolciumi (quasi 20 euro), pesci e prodotti ittici (40 euro). Una fotografia scattata dalla Coldiretti provinciale sulla base dei dati Istat, che però “scattano” anche un crollo generale stimato pari 4% nel primo trimestre del 2020, che fa “tornare indietro di 20 anni” i consumi dei cittadini, precipitandoli su valori comparabili a quelli dei primi anni 2000.

Vendite calate del 26%

Si tratta – sottolinea Coldiretti Varese – di tendenze che evidenziano lo tsunami nei consumi provocato dall’emergenza Coronavirus con la crisi di molte attività produttive che ha drasticamente ridotto le disponibilità economiche delle famiglie anche nella nostra provincia. Il risultato è una diminuzione delle vendite al dettaglio di oltre il 26% in valore con punte massime, in agricoltura, per il comparto florovivaistico (oltre il 90%, con i floricoltori in provincia costretti a gettare le proprie produzioni), ma anche calzature, articoli in cuoio e da viaggio (anche qui una flessione per oltre il 90%), mobili, articoli tessili e arredamento, abbigliamento e pellicceria, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-3,5%) e le vendite dei beni alimentari aumentano di oltre il 6% (le stime di Coldiretti sono relative al mese di aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).

Fermare le speculazioni

«Con l’emergenza – sottolinea il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori – aumenta il peso dei consumi alimentari che rappresentano la seconda voce di spesa nei budget delle famiglie dopo l’abitazione. Fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità per difendere la capacità degli italiani di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori deve essere un obiettivo prioritario. E’ fondamentale garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali».

A rischio il sistema agroalimentare

Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – rimarca la Coldiretti provinciale – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettono il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti in una situazione in cui quasi le aziende di diversi settori, in primis florovivaismo e agriturismi, hanno subito in modo drammatico la crisi. Se è vero che l’agricoltura sta tenendo duro di fronte alla crisi generale, non si può negare che molte filiere siano in profonda difficoltà dalla quale occorre uscire con una robusta iniezione di liquidità ma anche realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti.

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