Varese, crack La Quiete: il giudice si astiene. Atti rinviati. Tra un anno tutto prescritto

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VARESE – Crack La Quiete: il giudice si astiene. Atti rinviati al presidente del Tribunale di Varese. Nulla di fatto neanche oggi, mercoledì 12 aprile, per il processo relativo al Crack della clinica La Quiete. Tutto rinviato al 21 giugno. Un processo che, in ogni caso, nasce già “morto”: entro un anno al massimo tutto sarà infatti prescritto.

Eccezione di incompatibilità

La questione odierna verteva sull’eccezione di incompatibilità sollevata nei confronti del Gup Alessandro Chionna dai difensori di Sandro Polita, uno dei cinque imputati, che difeso dall’avvocato Ivano Chiesa, aveva rilevato come il Gup Chionna abbia già avuto un ruolo nell’inchiesta per la turbativa d’asta che in passato aveva interessato sempre la Quiete.

Atti al presidente

Il giudice si era riservato. E la riserva è di fatto rimasta tale: il Gup, infatti, oggi si è astenuto dal decidere inviando gli atti alla presidenza del Tribunale. Sarà dunque il presidente Cesare Tacconi a decidere se riassegnare il procedimento ad altro giudice oppure a lasciare il Gup Chionna sullo scranno.

Primo processo annullato

Nel frattempo la prescrizione avanza a grandi falcate: entro un anno tutti i capi di imputazione saranno prescritti. L’affaire La Quiete è tornato in Tribunale 11 anni dopo l’inizio delle indagini. Il primo processo, va ricordato, era stato annullato. Nel frattempo i capi di imputazione si sono di molto ridotti: dei 25 contestati a Sandro Polita 23 sono stati archiviati con la formula più ampia in quanto le perizie dell’attivo, all’interno degli atti dell’inchiesta, sarebbero superiori al passivo. Restano in piedi alcuni episodi di presunta bancarotta fraudolenta. Lo stato passivo del gruppo è stato stimato, dal pubblico ministero Luca Petrucci, intorno ai 40milioni di euro con un buco presunto di circa 13 milioni di euro. I coinvolti negano da sempre ogni addebito. 

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