Varese Re-Live racconta la musica da Menotti a De Andrè. 10 date da gennaio

VARESE – Un festival all’insegna della contaminazione, con al centro la musica. Dopo “l’assaggio” autunnale con i primi 8 spettacoli (di cui l’ultimo, un concerto natalizio alla chiesa dei ss Pietro e Paolo a Biumo, è in programma il 16 dicembre prossimo alle 21), Varese Re-Live rilancia con la seconda parte della stagione che si svolgerà da gennaio a maggio 2023. 10 le date che si svolgeranno al Teatro Nuovo, dove oggi, giovedì 1 dicembre, si è svolta la presentazione (nella foto sopra organizzatori e autorità).

Fil rouge musicale

Sarà dunque un viaggio in 10 appuntamenti lungo 5 mesi, dal 16 gennaio al l 25 maggio. La rassegna è promossa da Filmstudio 90 e Giorni Dispari Teatro, in collaborazione con l’associazione MaNi e l’orchestra Canova e il contributo di Regione Lombardia, Fondazione Comunitaria del Varesotto, Fondazione Cariplo, TD Group e con il supporto di Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. In un percorso che mette al centro la musica, il Teatro Nuovo ospiterà una programmazione che si muove tra opera e teatro canzone, tra musica “da osteria” e rock, esplorando generi, poetiche e sensibilità diverse. Ancora una volta, è la contaminazione (e la sperimentazione) a caratterizzare questa proposta. «Da Moni Ovadia, cui abbiamo voluto affidare lo spettacolo di apertura proposto in occasione della Giornata della Memoria, a un inedito accostamento Fabrizio De Andrè-Nick Cave per arrivare a Gian Carlo Menotti e a uno Shakespeare “elettrificato”, abbiamo voluto proseguire lungo la strada della contaminazione per offrire un programma che potesse essere di interesse e di crescita da parte dello spettatore», spiega Giulio Rossini, direttore artistico di Varese Re-Live! insieme a Serena Nardi. «La musica è la grande protagonista: è lei ad accompagnarci in un cammino che va a toccare diversi generi di comunicazione, sempre incuriosendo e sempre offrendo spunti di riflessione».

Prima per Menotti

All’interno della programmazione spicca la prima assoluta delle opere di Gian Carlo Menotti “The telephone, or l’amour à trois” e “The medium” nella produzione InOpera Factory. «È il recupero dello spettacolo già previsto nell’ultima edizione del Festival Estense Menotti, ma poi sospeso per alcuni casi Covid, con l’Orchestra Canova diretta dal maestro Enrico Saverio Pagano – sottolinea Serena Nardi – questa serata rientra nel “Progetto Menotti” che prevede la messa in scena di queste due piccole meravigliose opere del grande compositore originario del nostro territorio varesino e affermatosi in tutto il mondo come uno dei principali operisti del 1900». A coronare questo lungo viaggio ci sarà un incontro con la scrittrice Dacia Maraini e la proiezione del docufilm “Haiku on a plum tree” sulla straordinaria storia dell’antropologo Fosco Maraini, di sua moglie, la pittrice Topazia Alliata, e delle loro figlie, Dacia, Yuki e Toni, prigionieri in un campo in Giappone durante la seconda guerra mondiale.

I direttori artistici Giulio Rossini e Serena Nardi

Il programma

Si parte lunedì 16 gennaio 2023 con “Oylem Goylem”, spettacolo giunto al suo trentesimo anniversario. Di e con Moni Ovadia, con la Moni Ovadia Stage Orchestra, “Oylem Goylem” è una messa in scena diventata di culto, antidoto contro violenze, intolleranze e razzismi vecchi e nuovi, che in una sintesi tra racconto, musica dal vivo e risate presenta un affresco del popolo ebraico come mai visto. Inizio alle 21.

Giovedì 9 febbraio è in programma “La voce del corpo” di e con Luca Vullo. Definito l’ambasciatore della gestualità italiana nel mondo per aver trasformato quello che spesso è visto come uno stereotipo negativo in una vera e propria materia universitaria, Vullo racconta in modo divertente questo patrimonio immateriale della nostra cultura, che ci rende unici e imbattibili in tutto il pianeta.

Giovedì 16 febbraio Mario Chiodetti, insieme con il soprano Sarah Tisba, il pianista Francesco Miotti e con la voce narrante di Serena Nardi, presenta “All’osteria della Scapigliatura”: un appassionato omaggio ad artisti spesso dimenticati attraverso le loro creazioni poetiche, pittoriche e musicali. Un viaggio senza mete apparenti, dettato dalla memoria e dall’amore verso l’arte per l’arte e per le vie, le osterie, i brum, le botteghe di una città scomparsa, come i suoi cantori.

Venerdì 3 marzo si passa all’opera. Prevista la messa in scena delle opere di Gian Carlo Menotti “The telephone, or l’amour a’ trois” e “The medium” nella nuova produzione InOpera Factory con l’orchestra Canova diretta dal maestro Enrico Saverio Pagano per la regia, le scene e costumi di Serena Nardi. “The telephone, or l’amour a’ trois” vedrà in scena Sabrina Cortese (Lucy) e Giacomo Nanni (Ben); “The medium”, Manuela Custer (Madame Flora), Eleonora Caminada (Monica), Sabrina Cortese (Mrs Gobineau), Giacomo Nanni (Mr. Gobineau) e Benedetta Mazzetto (Mrs. Nolan).

Giovedì 23 marzo Luca London in concert. Il busker che con il suo straordinario talento fa impazzire Londra, arriva a Varese. Giovane chitarrista originario di una piccola città della provincia di Pisa, Luca assembla, in un medley incredibilmente accattivante, l’intero spettro della musica pop/rock/blues e cantautorale.

Giovedì 13 aprile è in programma la proiezione di “Moonage Daydream” di Brett Morgen (USA/Germania 2022, 140′). Un film imprescindibile, incentrato su David Bowie, una delle maggiori star della musica, e non solo, che esplora la vita e la carriera dell’artista. È lui stesso a raccontarsi tramite i testi delle canzoni, la sperimentazione e la sua ricerca identitaria, che lo ha portato negli anni ’70 a creare Ziggy Stardust. II documentario ripercorre i mille volti di Bowie, da l’uomo venuto da Marte, che ha anticipato la fluidità di genere contemporanea, all’aristocratico ed elegante Duca Bianco, fino all’idolo delle masse negli anni ’80.

Giovedì 27 aprile: “La sfida dell’amore”, ovvero il dialogo in musica tra Fabrizio De Andrè e Nick Cave, con i Kicking Pricks e i Cuccioli del Maggio. Da Genova all’Australia, i due cantautori condividono molto: entrambi hanno voci dalla vena profonda e disillusa ed entrambi sono incantati dalla poesia di Leonard Cohen, tanto da esserne quasi allievi de facto (De André ha tradotto diversi brani di questo artista, di cui Suzanne è forse il più celebre). Sono anche due artisti epocali, punti di riferimento imprescindibili per affrontare le tematiche più profonde e universali per l’uomo che hanno dato vita a capolavori senza tempo.

Giovedì 11 maggio, in collaborazione con la rassegna Di terra e di cielo viene proposto lo spettacolo “Città (in)visibili” per la regia di Roberta Mangano. Un viaggio attraverso sette città immaginarie, ispirato dalla penna di Italo Calvino, dalla musica di Castelnuovo Tedesco e dalla pittura di Francisco de Goya. Un attore, nei panni del viaggiatore, e due musicisti che suonano dal vivo dialogano sul palco, che ha per sfondo una scenografia vuota. Sarà un artista a riempirla e dipingerla dal vivo, rendendo così visibile la costruzione di una città più ecologica e civile. Sul palco Roberta Mangano (chitarra), Nicholas Nebuloni (chitarra e violino), Riccardo Trovato (parola) e Martino “Marna” Natuzzi (disegno e graffiti).

Giovedì 25 maggio, gli allievi di Scuola Teatro Varese di Giorni Dispari Teatro presentano “About Shakespeare” con l’accompagnamento della chitarra elettrica di Federico Cancellara. Alcuni personaggi delle tragedie shakespiriane tornano a parlarci per raccontarci quello che di loro nessuno ha mai saputo: sogni, misteri, segreti e frustrazioni. Semplicemente un’altra verità, il famoso “quello che non…”, Ofelia, Desdemona, Mercuzio, Amleto, Romeo, Ariel, Cleopatra, Macbeth e gli altri: con un occhio al male e uno al bene. Proprio come “dovrebbe sempre essere”

Ancora in attesa di definizione di data, l’incontro con Dacia Maraini. La scrittrice e saggista, vincitrice nel 1990 del Premio Campiello con “La lunga vita di Marianna Ucria”, e nel 1999 del Premio Strega con “Buio”, presenta “Caro Pier Paolo”, il suo ricordo di Pasolini a cent’anni dalla nascita (1922-2022) nell’intervista con Mario Visco. A seguire proiezione di “Haiku on a plum tree” di Mujah Maraini-Melehi (Italia/Giappone 2016′). Tokyo 1943: l’antropologo italiano Fosco Maraini e la moglie Topazia Alliata rifiutano di firmare per la Repubblica di Salò. A seguito della loro scelta vengono mandati a Nagoya in un campo di prigionia con le loro tre figlie Dacia, Yuki e Toni. Mujah, figlia di Toni, a distanza di tanti anni, va in Giappone per ripercorrere l’esperienza familiare e rielaborarla facendola propria attraverso il recupero della memoria.

Tutti gli spettacoli si svolgono al Cinema Teatro Nuovo di Varese (viale dei Mille 39) e, salvo diversa indicazione hanno inizio alle 21. Per informazioni e biglietti: www.filmstudio90.it