Siulp Varese: «Il Taser funziona. Deve essere per tutti»

VARESE – Il Taser funziona. L’ultima prova arriva da Varese: un 28enne marocchino, che puntava un coltello alla gola di un connazionale, è stato bloccato e arrestato (l’accusa è di tentato omicidio) dagli uomini della Volante di Varese lo scorso 9 agosto.

Taser a disposizione di tutti

Nessun ferito tra le forze di polizia, nessun ferito tra i presenti, nessun danno per l’arrestato. «Assodata la bontà dello strumento occorre adesso fare un passo avanti – commenta Paolo Macchi (nella foto), segretario del Siulp Varese, primo sindacato di polizia, che da anni sostiene la via del Taser quale strumento fondamentale per il lavoro in sicurezza delle forze dell’ordine – Ringraziamo i politici che hanno voluto affiancarci per far sì che il Taser arrivasse, finalmente in dotazione, ma adesso ci vuole uno sforzo in più. Il Taser deve essere messo a disposizione di tutti coloro che operano per la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico».

Le regole in vigore

Ci spieghiamo. Prendiamo il caso polizia di Stato. Ad oggi il Taser è in dotazione soltanto agli equipaggi delle Volanti. Non solo: se uno dei due componenti dell’equipaggio non ha seguito il corso per l’utilizzo della pistola ad impulsi elettrici, anche il compagno, che l’abilitazione ce l’ha, non potrà utilizzare lo strumento. Ha senso? Lo stiamo chiedendo noi. Pare qualcosa fatto a metà, come al solito.

La polizia penitenziaria

«Non sono soltanto gli uomini delle Volanti ad essere aggrediti – dice Macchi – Capita a tutti noi. Ai poliziotti della Stradale, sempre più spesso, ai colleghi delle specialità, penso a Squadra Mobile e Digos che lavorano in borghese. Se la vedono, spesso, con spacciatori armati di machete. Loro non hanno diritto ad avere tutele? E i colleghi della polizia penitenziaria. Il rapporto nelle carceri è impari». Vale la pena ricordare quanto è accaduto negli ultimi mesi nel carcere di Busto, con detenuti che hanno dato fuoco alla cella salvo poi aggredire gli agenti della polizia penitenziaria rimasti feriti. «Con un Taser avrebbero rischiato molto meno e contenuto con più semplicità la situazione – spiega Macchi – Il rapporto tra polizia penitenziaria e detenuti è impari, lo ribadisco».

Il fronte tutele

Il segretario del Siulp cita quale esempio un fatto accaduto oggi in A1. Un uomo ha dato in escandescenza: è stato bloccato con il Taser. Ma solo dopo l’arrivo delle Volanti. «Se la Stradale avesse avuto il dispositivo a disposizione la situazione si sarebbe risolta molto più rapidamente. Aggiungo che siamo impegnati anche sul fronte delle tutele. Oggi il Taser funziona, ma non abbiamo evidenze che il suo utilizzo non comporti conseguenze per noi. Ad ottobre organizzeremo un convegno ad hoc, sulle tutele che mancano e sulla difficoltà, per gli esponenti delle forze di polizia, di accedere a queste tutele. Le cose devono cambiare».

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