Varese, prendere l’usura in “Contropiede”: Aime lancia un servizio di assistenza

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VARESE – A volte quello che è il socio ideale, particolarmente abile in maniera economica, può in realtà rivelarsi un capestro: è per questo che oggi, lunedì 13 novembre, Aime ha lanciato a Varese un servizio antiusura che mira a prendere in contropiede estorsione, illegalità e mafie mettendo a disposizione delle loro vittime il numero verde 335/7091596. I particolari dell’iniziativa sono stati illustrati nella sede dell’associazione dal presidente Giuseppe Albertini, dal segretario Gianni Lucchina e da Walter Piazza, presidente di Sos Varese, alla presenza dell’assessore alla Sicurezza Raffaele Catalano, del generale Crescenzo Sciaraffa, generale della Guardia di Finanza, e del vicario episcopale monsignor Giuseppe Vigezzi.

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«Senza sicurezza non c’è sviluppo»

«L’usura incide non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello piscologico», ha commentato Catalano. «La sua vittima vive un conflitto interno perché vede come una sconfitta il ricorso alle istituzioni, è come ammettere di aver fallito: la mediazione e l’attività di indirizzamento in tal senso proposte da Aime sono meritorie. E la cultura della legalità è importante: i cittadini non devono avere timore a individuare i soggetti che possono aiutarli a risolvere certe situazioni. Sebbene il Pnrr disponga poche risorse in merito, senza la sicurezza non c’è sviluppo».

La collaborazione con Sos Varese

Chi rischia di cascare nella trappola del soldo facile, generando così una catena che può portare a situazioni difficili, può trovare ad aiutarlo un servizio realizzato in collaborazione con Sos Varese: «Non abbiamo intenzione di sconfinare», ha sottolineato Piazza. «Bisogna sempre mettere davanti le istituzioni, delle quali vogliamo conquistare la fiducia. Quanto a noi, saremo vicini anche dando consigli, appoggiandoci ad associazioni come la Caritas o lanciando messaggi specifici nelle scuole. E non promettiamo risultati, ma professionisti seri che si dedicheranno agli scopi fissati mettendoci faccia e impegno».

Scuole e senso civico

«Già con i nostri gruppi avevamo tentato qualcosa in questo senso: siamo tutti sulla stessa barca e, dove c’è il bene comune, la Chiesa deve essere là», ha aggiunto monsigno Vigezzi, ponendo l’accento sull’aspetto della prevenzione. «I dieci comandamenti non sono limitazioni alla libertà, ma servono a realizzare l’esistenza, diventando fautori di un’educazione alla legalità». A questo riguardo “Contropiede” si propone, come ha spiegato Albertini, anche iniziative che coinvolgano i giovani: «Bisogna portare senso civico nelle scuole, sensibilizzare i ragazzi sulla necessità di avere fiducia nelle istituzioni: sarebbe un passo avanti per creare un mondo di dirigenti consapevoli della responsabilità civile che investe tutte le azioni che fanno».

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Presidio di legalità

Il progetto “Contropiede” prevede uno sportello di ascolto, assistenza, supporto e sostegno per le vittime di usura, estorsione e mafia, ma anche di educazione alla legalità e lotta ai soprusi come nel caso del bullismo, forma devastante a volte presente tra i giovani che colgono lo stile di chi fa della illegalità il proprio modo di essere, o la concorrenza sleale: illegalità significa anche non rispettare le regole, le leggi, chi imbocca scorciatoie per ridurre i costi della propria identità, ad esempio utilizzando il lavoro nero. «La percezione è che, sulla scia della pandemia, siano aumentate le situazioni di usura e il tutto rimanga sotto traccia per la paura e la vergogna di dire di essere finiti in una trappola. Non sappiamo i dati ufficiali, ma vogliamo arrivare a tutte quelle persone che si tengono in casa questa problematica», ha concluso Lucchina. «Il nostro messaggio è: non siete soli».

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