Varese, liti furiose e violenza sulla ex. Assolto, lei torna da lui

VARESE – Mentre era in corso la requisitoria del pubblico ministero, poi terminata con la pesante richiesta di condanna a 9 anni e 3 mesi per maltrattamenti e violenza sessuale sull’ex moglie, l’imputato si era alzato in piedi e aveva abbandonato l’aula, rivolgendosi alle parti per esternare il suo disgusto: «Certe cose non posso sentirle». E poco prima, rilasciando spontanee dichiarazioni ai giudici, aveva precisato: «Lei è tornata a casa mia».

Chiesti 9 anni: assolto

È finita con una assoluzione perché «il fatto non sussiste». Il verdetto è arrivato oggi, giovedì 7 marzo, in tribunale a Varese, e ha chiuso un lungo processo riguardante fatti denunciati nel 2019 da una donna ora 54enne.

Rapporto complicato

Fatti relativi ad un rapporto coniugale difficile e condizionato dalle dipendenze: stupefacenti, psicofarmaci, ludopatia. Il vizio del gioco, aveva sottolineato in una precedente udienza l’imputato – 56 anni, della Valganna – avrebbe spinto la donna a denunciarlo per una sorta di ripicca. Perché lui – che ha respinto con forza le accuse – non voleva più darle soldi da sperperare.

Violenze verbali e fisiche

Ma di violenze verbali e fisiche si è parlato, sempre in aula, anche in chiave accusatoria: minacce, spintoni, un colpo alla testa, la donna obbligata ad andarsene di casa e a trovare rifugio da amici. Oltre al momento di intimità che la 54enne avrebbe concesso al marito solo per assecondarlo, e per paura di fare una brutta fine, come lei stessa aveva raccontato ai giudici in una testimonianza più volte interrotta dal pianto.

La difesa: «Non credibile»

Circostanze che non sono mai state provate, ha affermato l’avvocato difensore, Alberto Caleffi, mettendo in dubbio la credibilità della persona offesa, che in ospedale avrebbe negato di aver subito lesioni, rifiutando una visita ginecologica e un percorso dedicato alle vittime di violenza. A ciò si aggiunge il fatto che, sempre per la difesa, dopo il presunto stupro la donna sarebbe uscita a festeggiare il suo compleanno. «La loro relazione era fatta di alti e bassi – ha aggiunto il legale – con litigi anche accesi. Ma poi la situazione rientrava perché quello era il loro modo di fare». L’avvocato di parte civile, Carmen Botta, aveva chiesto per la sua assistita un risarcimento di almeno 80 mila euro.

varese violenza ex – MALPENSA24