Via Galvani e le altre troppo strette per due auto: a Busto occhio agli specchietti

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BUSTO ARSIZIO – Vie troppo strette per il transito di due automobili: succede in via Galvani e nel dedalo di strade tutt’attorno, dove molti automobilisti si lamentano del rischio che corrono gli specchietti, per la ristrettezza della carreggiata, dove devono “starci” due automobili in transito nei due sensi di marcia e un mezzo parcheggiato a bordo strada. Quando tutto va bene, vige una sorta di galateo: si accosta a bordo strada, spesso dove ci sono i passi carrai, e si lascia transitare il mezzo che proviene dal senso opposto. Altrimenti, quando si passa contemporaneamente, ci si sfiora talmente tanto (con l’auto in marcia o con quelle in sosta) da rischiare lo specchietto. Ma fino ad oggi tutti i tentativi di introdurre nuovi sensi unici si sono scontrati con le eterne divisioni tra il “partito” del doppio senso e i “tifosi” del senso unico. E con il timore che le “rivoluzioni” viabilistiche, come in passato quella al rione dei Frati, possano creare disagi e polemiche.

Attenzione agli specchietti

Cosa hanno in comune via Galvani, via Isonzo, via Adua, via Villafranca, via Monterosa, via Aspromonte, via Gallazzi? Si trovano tutte nello stesso “quartiere”, a cavallo tra i rioni di San Giuseppe e San Michele, nel dedalo di strade della zona residenziale tra il museo del Tessile e le caserme (quella “vecchia” e quella nuova) dei Carabinieri. E sono tutte strade a doppio senso di marcia con la possibilità di parcheggiare a lato del marciapiede. Ma la carreggiata è estremamente ridotta e, seppur regolare come già in passato più volte dimostrato, mette in difficoltà molti automobilisti. Che, in caso di passaggio di un’automobile in senso contrario, si trovano costretti ad accostare su di un lato per “lasciar passare” il mezzo che proviene nel senso di marcia opposto. “Prego, si accomodi”, anche se capita di non intendersi e di transitare in contemporanea, con il rischio di sfiorarsi. E in questo caso, c’è da fare molta attenzione agli specchietti retrovisori, che in caso di passaggio contemporaneo di due automobili a volte finiscono per urtarsi. E per il portafoglio sono dolori… L’incrocio tra via Galvani e corso Italia è emblematico, visto che è frequentissimo trovare le auto in sosta appena è consentito sulla via: chi arriva dal corso principale di San Giuseppe deve obbligatoriamente fermarsi per aspettare che le auto in arrivo dal museo del Tessile arrivino allo stop.

L’eterno dilemma: senso unico o doppio?

Alcune vie negli anni, come ad esempio via Piave, via Bellini o via Gavinana, sono state trasformate a senso unico, in alcuni casi anche per consentire la sosta a bordo strada su entrambi i lati della carreggiata, in una zona in cui non tutti i palazzi sono dotati di box in quantità sufficiente e in cui pertanto chi ci abita a volte deve arrangiarsi a lasciare l’automobile posteggiata in strada. Ma i progetti di trasformazione a senso unico – il caso tipico è ancora quello di via Galvani – hanno sempre creato polemiche e divisioni, tra la “fazione” di chi è favorevole ai sensi unici e quella di chi vorrebbe mantenere intatto lo status quo ed evitare lunghi giri dell’oca. Su quest’ultimo fronte va storicamente annoverato l’onorevole e attuale segretario cittadino della Lega Francesco Speroni, che ha anche dimostrato, bindella alla mano, come non manchino gli spazi minimi per far transitare due auto anche in presenza di un mezzo in sosta a bordo strada. Sull’altro fronte, si schiera invece l’ex consigliere comunale Audio Porfidio, che ora chiede formalmente all’assessore alla viabilità Max Rogora di «non fare lo struzzo e di studiare un piano per rendere a senso unico tutte le vie che sono troppo strette per il passaggio di due automobili. Oppure, in alternativa, se vuole lasciare il doppio senso metta il divieto di sosta».

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