MILANO– Sono stati coloro che hanno dato il via alle aggressioni in piazza Duomo la notte di Capodanno ai danni di sei delle nove ragazze, Mahmoud Ibrahim e Abdallah Bouguedra, i due giovani fermati a Milano e Torino nell’indagine della Procura di Milano per violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni.
Stando a quanto ricostruito dai pm responsabili del fascicolo di inchiesta, l’Aggiunto Letizia Mannella e il sostituto procuratore Alessia Menegazzo, i due giovani avrebbero scelto le “prede” per poi avvicinarle con una scusa e richiamare gli altri partecipanti agli abusi, circondandole. Le ragazze, spaventate e strette le une alle altre, avrebbero cercato in ogni modo di sfuggire alle molestie, finendo però strette nella morsa dei presunti violentatori. Non solo, il gruppo avrebbe anche fatto da scudo tra la folla, per impedire a chi era in piazza di vedere quello che stava succedendo, cantando e gridando per coprire le urla e le richieste di aiuto delle giovani.
Le indagini proseguono, gli investigatori stanno vagliando altre possibili circostanze analoghe, in particolar modo le dichiarazioni rese alla stampa da parte di altre due giovanissime, le quali avrebbero raccontato di aver subito il medesimo, spregevole trattamento, presumibilmente da parte dello stesso “branco”.
Uno dei due fermati, però, continua a professarsi innocente e di essere stato presente sul posto ma solo in qualità di “spettatore”. “Ibrahim è uscito a Capodanno a festeggiare, io non credo che abbia fatto quello di cui è accusato”, ha dichiarato il padre di Mahmoud alle telecamere dei telegiornali, “suo fratello è morto da poco, lui è tutto casa e lavoro, mio figlio alla Polizia ha detto di non essere stato lui”. Poi ha aggiunto, tra le lacrime, “mia moglie ancora non sa niente, abbiamo appena perso un figlio, gli abbiamo dato l’educazione giusta, sa cosa sia il male, sono molto preoccupato per mio figlio”.
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