VISTO&RIVISTO Nella livida Bangkok Gina ritrova la luce. E la vita

chiudi gli occhi

di Andrea Minchella

VISTO:

CHIUDI GLI OCCHI, di Marc Forster, (All I See Is You, USA-Thailandia 2016, 110 min).
La poliedricità di Marc Forster (Monster’s Ball, Neverland, Quantum of Solace e World War Z) ci trasporta questa volta dentro un thriller psicologico che, seppur con qualche effetto didascalico di troppo e un ritmo non sempre all’altezza, ci consegna una storia interessante e ben raccontata. Quando Gina, cieca dopo un terribile incidente in cui perde padre e madre, viene sottoposta ad un delicato quanto innovativo intervento per farle riacquistare parzialmente la vista, James, suo marito, nota in lei una metamorfosi strana e ambigua. Gina riacquistando la vista sembra riacquistare una certa consapevolezza della sua vita che, fino al momento dell’intervento, sembrava non avesse mai avuto. Per contrastare questo profondo cambiamento, il marito sarà pronto a qualsiasi azione pur di ritornare alla loro vita felice; prima cioè della seconda rinascita” della moglie.
La storia è resa ancor più inquietante perché si svolge in una grigia e angusta Bangkok. Anche l’appartamento in cui la coppia vive ti fa mancare il respiro per la troppa poca luce che filtra dalle finestre. Ma Gina, finchè non riacquista la vista, non riesce a percepire l’ambiente cupo e asettico in cui vive. Al di là della buona dose di adrenalina che il film trasmette e degli ossessivi primissimi piani della prima metà del film, l’aspetto più interessante è il racconto della “cecità dilagante “che ci rende spesso poco autonomi nelle scelte e non sempre liberi e sereni nel giudizio di ciò che ci circonda. Vedendo Gina mi sono balzate alla mente le migliaia di donne che ogni giorno, nel mondo, subiscono violenze o vengono uccise da uomini che, fino ad un istante prima, credevano di conoscere e si illudevano di amare.

RIVISTO:

SCAPPA –Get Out, di Jordan Peele. (Get Out, USA 2017, 103 min).
Quando l’anno scorso furono diffuse le nomination agli oscar 2018, molti sobbalzarono sulle loro sedie quando fu chiaro che tra le più importanti categorie spuntava il film Get Out. Un piccolo film apparentemente di genere horror aveva conquistato le nomination come miglior film, miglior regia e miglior attore. Se guardato con un po’ di attenzione, Get Out invece si mostra per quello che è: una bella e profonda riflessione, con un lessico certamente preso in prestito dai migliori horror d’autore, sulla società che non vuole invecchiare, non contempla handicap e, pur di preservarsi, è pronta a scendere a qualsiasi “mostruoso” compromesso. Anche in questa pellicola il tema della vista, degli occhi, e del vedere sono il cardine di una storia originale e scandita da una grammatica cinematografica quasi perfettamente equilibrata. Opera prima, certo, ma Jordan Peele dà prova di una complessa e ben definita preparazione tecnica e narrativa nello stesso tempo.

chiudi gli occhi – MALPENSA24