VISTO&RIVISTO Una radiosa visione del mondo

minchella nanni moretti

di Andrea Minchella

VISTO

IL SOL DELL’AVVENIRE, di Nanni Moretti (Italia 2023, 95 min.).

Nanni Moretti è tornato. Dopo “Tre Piani”, che non aveva convinto pienamente né il pubblico né la critica, l’autore romano torna con un prezioso resoconto sulla sua vita, sulla sua filmografia e su tutto ciò che ancora oggi lo disturba e lo affascina. “Il Sol dell’Avvenire” è un film nel film. Quello che guardiamo si intreccia poeticamente con la pellicola che il protagonista, il Giovanni spesso presente nei film di Moretti, sta girando sull’Italia del 1956, anno in cui dopo una breve resistenza dell’Ungheria i carrarmati russi entrarono a Budapest. Giovanni, interpretato da un sempre più fobico Nanni Moretti, racconta la storia di una piccola sezione romana del partito Comunista e del suo segretario Ennio che si ritrova incastrato tra la posizione ufficiale del partito, che non condanna l’invasione, e la base della sua sezione, capeggiata dalla romantica Vera, che critica aspramente l’Unione Sovietica e la sua violenta invasione dell’Ungheria.

Giovanni, affiancato dalla moglie e produttrice del film Paola, si ritrova spesso in crisi perché quello che vorrebbe realizzare si scontra con la dinamica reale che si sviluppa sul set. Ogni “ciak” diventa un motivo di autocritica e di critica che allunga i tempi di ripresa fino all’esasperazione. Come spesso accade nei film di Moretti, la realizzazione di un film diventa una sorta di seduta analitica in cui tutte le paure e le fobie del regista vengono buttate fuori creando scene e sequenze universalmente potenti, che rendono i film di Moretti sempre attuali e pieni di spunti di riflessione soprattutto per le anime sofferenti e mai soddisfatte come è quella del regista romano.

Il racconto si districa tra la realizzazione del film in cui la vita della sezione del Partito Comunista si intreccia con il circo ungherese appena arrivato in città, e la vita privata di Giovanni che sembra essere arrivata ad un punto di rottura. Paola vuole lasciarlo, ed Emma, la figlia giovanissima, compie una scelta troppo difficile da essere completamente accettata. Giovanni cerca di capire perché si trova in quella situazione, ma si rende conto che capire le ragioni è quasi impossibile. Ogni tentativo di comprendere evapora a discapito della sua serenità e della buona realizzazione del film.

Nanni Moretti confeziona un ritratto attuale e molto sincero. Riesce in maniera plastica e poetica allo stesso tempo a regalarci un’esegesi magistrale sul brutto e sulla bulimia di violenza che riempie ogni momento della nostra vita. La sequenza della scena di violenza che deve essere girata per un film che la moglie sta producendo diverso da quello di Giovanni rimarrà nella memoria di ogni spettatore per parecchio tempo. Il tentativo di Nanni/Giovanni di smontare il fascino apparente della violenza fine a sé stessa è una preziosa risorsa per il cuore di chi sa ancora immaginare un mondo più sobrio e più bello.

“Il Sol dell’Avvenire” è anche un “musical” intimo e intimista. Da sempre le canzoni hanno ritmato le pellicole di Moretti. Qui le canzoni si sovrappongono alle battute degli attori, che siano del film di Moretti o di Giovanni. La canzone diventa centrifuga di emozioni, di parole e di speranza. Questo è un film gridato, preveggente, malinconico, politico e corale. Ritroviamo Fellini ed alcuni riferimenti alla filmografia dello stesso Moretti. “Caro Diario”, “Palombella Rossa” e l’ossessione delle scarpe femminili di “Bianca” sono solo alcune tracce vive di una filmografia disturbante, disturbata ma estremamente poetica.

Silvio Orlando, Margherita Buy e Barbara Bobul’ova’ sono come gli antidepressivi per chi soffre del mal di vivere. Sono sempre e comunque una certezza per la riuscita di un film.

Dunque questo ritratto di Nanni Moretti è bello perché ci dà la possibilità di fare una scelta, di decidere quale finale è più adatto alla nostra storia, alla nostra vita. E di questi tempi una possibilità del genere è tanto preziosa quanto necessaria. Grazie Nanni.

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RIVISTO

IL CAIMANO, di Nanni Moretti (Italia- Francia 206, 112 min.).

Come altre pellicole di Nanni Moretti, anche questa riesce a raccontarci una storia che diventerà realtà nel giro di pochi anni dall’uscita del film.

La vicenda pubblica e privata di Silvio Berlusconi diventano un film difficile da realizzare per il disilluso produttore Bruno, un bravissimo Silvio Orlando, che ripone nel progetto ogni sforzo artistico e privato. Bellissimo e clamorosamente preveggente.

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