Vuelta. Uran azzecca l’attacco vincente, Roglic purtroppo si ritira

Vuelta Espana 2022

La 17esima tappa della Vuelta a España 2022, la Aracena-Monastero di Tentudía da 162 chilometri, sorride a Rigoberto Uran (EF) che sull’odierno arrivo in salita completa il trittico personale: un successo qui in Spagna dopo quelli tra Giro d’Italia e Tour de France conseguiti nella sua lunga carriera! Completano il podio Quentin Pacher (Groupama FDJ) e Jesus Herrada (Cofidis) mentre si segnala il 7° posto di Alessandro De Marchi e si accontenta della decima piazza un Lawson Craddock al secondo tentativo solitario finito male in pochi giorni, dopo quello di domenica in Sierra Nevada.

La giornata inizia col piede sbagliato: Primoz Roglic, grande rivale di Remco Evenepoel in questa Vuelta, sofferente per i postumi della clamorosa caduta di ieri opta per il ritiro. Non partono neppure Filippo Conca e Bryan Coquard. Parte ma si ritira dopo pochi chilometri Rein Taaramae, che lascia l’Intermarché Wanty Gobert con appena tre effettivi. Salgono a 45 gli abbandoni totali.

Di sicuro ci sarà dunque un vincitore diverso da Roglic, dopo tre anni di dominio dello sloveno. Ora la maglia rossa, a scanso di sorprese che finora non sono mancate, è una questione di pura difesa per il talentissimo belga della Quick Step. Così come per Mads Pedersen (Trek Segafredo) manca solo l’aritmetica per la conquista della maglia verde. Mentre Jay Vine (Alpecin) dovrà lavorare con attenzione per difendere la sua maglia a pois: nella classifica dei GPM conserva 19 punti su Richard Carapaz. Resta “in bianco” Juan Ayuso (UAE) che per fortuna non risente di una caduta avvenuta al km 45, quando nel ribollìo di scatti e controscatti dal plotone casca e si rialza insieme ad alcuni compagni e ad alcuni avversari della Euskaltel. A proposito del team Emirates, rimane al comando della graduatoria a squadre.

La corsa, dunque. Il vento, il sole, i saliscendi morbidi, ma insidiosi nella loro sinuosità, dell’Extremadura. Attacchi, tanti tentativi per centrare una fuga che avrà ottime possibilità di andare fino in fondo. Dopo una serie di allunghi innescata intorno al quarantesimo chilometro, prende forma un’azione a 13: Alessandro De Marchi (Israel Premier Tech), Jesus Herrada (Cofidis), Rigoberto Uran (EF), Quentin Pacher (Groupama FDJ), Lawson Craddock (Bike Exchange), Kenny Elissonde (Trek Segafredo), Marc Soler (UAE), Elie Gesbert e Simon Guglielmi (Arkea Samsic), Clement Champoussin e Bob Jungels (Ag2r Citroen), Gino Mader e Fred Wright (Bahrain Victorious).

Profilo mosso ideale per attaccanti, e attacco vincente sia. Il gruppo lascia fare, Wright si aggiudica il traguardo volante di Segura de Leon in un clima disteso, e al km 144 Craddock tenta la zampata in falsopiano, anticipando l’ultima picchiata e l’ascesa conclusiva. A Cabeza la Vaca si svolta a destra e s’intraprende la scalata al monastero: il bicampione americano a cronometro se la fa senza guardare mai indietro e incrementa il margine. Gli ultimi due chilometri però mandano tutto in fumo. Se Wright molla la presa, gli altri inseguitori si rifanno sotto e soprattutto è Uran a fare la voce grossa: a provare la sparata a 700 metri dalla linea è Herrada che sogna il bis dopo la prima settimana; tuttavia lo spagnolo della Cofidis viene scalzato proprio dal colombiano della EF e da Pacher, all’ennesimo piazzamento (ma al primo podio) di questa Vuelta.

Il 26 gennaio Rigo compirà 36 anni: intanto, oltre a essersi tolto la gioia di tappa in tutti e tre i grandi giri, col fugone centrato oggi fa il suo ingresso nella top-10 generale, a scapito di Louis Meintjes. In anni di ranking e spettro-retrocessioni, non male per la EF.

Frazione “interlocutoria” seppur molto avvincente in coda. Domani si torna ad asperità impegnative.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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